Otoscan: uno strumento innovativo per la scansione digitale 3D dell’orecchio

Otoscan consiste in uno strumento innovativo volto ad applicare in maniera del tutto personalizzata gli apparecchi acustici, così da favorire un maggior comfort e più prestazioni. Le orecchie presentano una morfologia che può variare a seconda dell’individuo, esattamente come il canale uditivo. Pertanto gli stessi apparecchi acustici devono rispettare i tratti personali di ciascuno dei pazienti al fine di funzionare correttamente.
A tal proposito, è presente il metodo Otoscan, noto per l’alternativa innovativa e perfetta rispetto al classico e tradizionale rilevamento dell’impronta mediante l’utilizzo della pasta al silicone.
Lo strumento in questione, nello specifico, è considerato innovativo in quanto consente di riprodurre mediante una rilevazione al laser la forma del condotto uditivo dei pazienti. Ciò avviene entro pochi minuti e si ottiene un’impronta del condotto uditivo e del padiglione in 3D.

Quali sono i vantaggi di Otoscan

Il primo vantaggio dello strumento innovativo consiste nell’assenza completa di fastidi e nel fatto che il paziente non andrà incontro alla solita manovra invasiva classica, utilizzata con la pasta siliconica.
Inoltre è molto preciso, pertanto riduce le possibilità minime di errori presenti nella manovra manuale. Nel corso della scansione in 3D i vari dati percepiti possono essere memorizzati e recuperati in tempo reale, così in caso di necessità è possibile inviarli presso i laboratori di lavorazione. Così facendo si possono velocizzare i processi di creazione di un apparecchio acustico personale.
Infine, il file dell’impronta scannerizzata digitalmente può essere archiviata con facilità e successivamente recuperata nel caso in cui si debbano effettuare future rilevazioni.

Otoscan è uno strumento alquanto ingegnoso e innovativo proprio perché è il primo scanner in 3D che consente di riprodurre perfettamente il padiglione e il condotto uditivo, sviluppato da esperti nel settore per gli specialisti.
Nello specifico, con questa nuova tecnologia è possibile coinvolgere maggiormente i pazienti e garantire un servizio personalizzato.

Razionalizzazione dei processi

Otoscan consente di fornire al paziente un’assistenza adeguata con una tecnologia innovativa, efficiente e personalizzata. L’utilizzo di questo metodo permette di razionalizzare il ciclo produttivo dei vari strumenti endoauricolari fatti su misura, ossia gli apparecchi acustici e le chiocciole.
La tecnologia che sta alla base dello strumento innovativo Otoscan, volto alla scansione digitale in 3D dell’orecchio, consente per l’appunto di convertire tutte le immagini dell’orecchio in diversi file. Questi ultimi vengono successivamente caricati in Otocloud, dove potranno subito essere utilizzati al fine di realizzare nuovi apparecchi acustici personalizzati adatti al paziente.
La procedura risulta inoltre più sicura e igienica rispetto all’utilizzo della tradizionale pasta al silicone, mentre il fitting protesico è maggiormente ottimale e di qualità. In conclusione, lo strumento innovativo Otoscan consente numerosi vantaggi al paziente che avrà il suo apparecchio del tutto personalizzato e maggiormente performante in poco tempo.

Acufene da stress

Il mondo in cui viviamo mette sempre a più dura prova il nostro organismo, minando il nostro benessere psico-fisico in svariati modi. Ad oggi l’acufene da stress è aumentato rapidamente incrementando il livello di stress ed ansia e causando soprattutto disturbi all’apparato uditivo.

Inquinamento acustico e fattori di stress 

Non è esento da tutto questo anche il nostro sistema uditivo, il quale risente negativamente sia del sempre crescente inquinamento acustico sia dello stress in generale che può causare l’insorgere di molte patologie tra cui, appunto, l’acufene da stress.

Cos’è l’acufene 

Prima di scandagliare le cause che legano lo stress di tutti i giorni all’insorgere di questa patologia è bene chiarire cosa si intende con questo termine. Acufene è il termine medico e scientifico per indicare quella comune sensazione di un fischio nelle orecchie, quello che sentiamo per intenderci dopo essere stati ad un concerto particolarmente rumoroso. A chiunque infatti, almeno una volta nella vita sarà capitato di avvertire un fastidioso ronzio o sibilo all’orecchio senza che ci fosse alcunché a provocarlo.
L’enorme differenza tra questo avvenimento che può capitare a chiunque, per le più disparate ragioni, e la vera e propria patologia è che per chi soffre di acufene il fischio non è un qualcosa di occasionale ma è un compagno di vita costante che, come si può ben immaginare, provoca un fortissimo senso di disagio fisico, emotivo e psicologico.
La ricerca medica non ha ancora individuato in maniera chiara quali possano essere le cause per l’insorgere di questo particolare fenomeno che più che una malattia è da considerare il sintomo di una malattia. Su un punto però medici, scienziati ed esperti concordano: il legame tra l’acufene e lo stress è insindacabile. Vediamo insieme perché.

Gli effetti dello stress sul nostro organismo 

Il ritmo di vita frenetica, le pressioni sociali, lavorativi, scolastiche e relazioni della nostra società iper-capitalistica stanno portando sempre più persone a soffrire di sindromi da stress e stati d’ansia. Il numero di individui che infatti convive quotidianamente con questi fattori di disturbo emotivo è sempre più elevato e gli effetti negativi di questa condizione non si traducono solo a livello emotico, psicologico e relazionale ma anche, e forse soprattutto, fisico trasformandosi così in un vero e proprio malessere per tutto l’organismo.
E’ dimostrato infatti che il nostro organismo risponda ad alti livelli di stress aumentando la produzione di glutammato e di cosa si tratta? Il glutammato è un amminoacido che ha il compito essenziale di favorire la comunicazione tra le diverse cellule nervose ed è dunque importantissimo per tutto ciò che concerne gli stimoli sensoriali e i segnali di eccitazione. Tuttavia, un eccesso di glutammato porta anche ad un eccesso di questi stimoli sensoriali e questi segnali di eccitazione e allora cosa succede? Succede che il nostro cervello, come se fosse un computer con troppe tabs aperte, non riesce a processarli tutti e per questa ragione, alcune zone, fra cui proprio quella del nervo acustico possono subire danni non da poco.
Il “danneggiamento” ed il malfunzionamento del nervo acustico è proprio una delle principali problematiche collegate all’insorgere di acufeni da parte degli studiosi.

Come combattere l’acufene da stress 

Non c’è bisogno di un medico per capire che l’acufene possa rappresentare un elemento enormemente debilitante per chi ne soffre perché rende difficile comunicare, pensare, ragionare e ovviamente anche dormire. L’acufene è senza dubbio una fonte di stress immane per le persone che ne sono affette e questo, per una patologia che può insorgere proprio per lo stress, comporta un pericolosissimo circolo vizioso dal quale diventa molto difficile uscire. Fortunatamente esistono dei rimedi per questo fenomeno, i migliori alleati per combattere l’acufene sono due: il magnesio poiché esso è in grado di ridurre i livelli di glutammato nel vostro organismo e la TRT (Tinnitus Retraining Therapy), una terapia che si occupa di rieducare il cervello alla corretta percezione dei suoni e che si è dimostrata nel tempo il più valido rimedio per l’acufene da stress.

Alcune cattive abitudini che possono danneggiare l’udito

L’udito è uno dei nostri cinque sensi, che ci permette di orientarci, comunicare e avvertire pericoli anche a distanze ragguardevoli. L’udito ha un impatto diretto sulle capacità cognitive: sentire bene rende le persone più attive, più incluse nel contesto circostante, permette loro di gestire meglio gli impegni quotidiani, e stimola l’attenzione, la vivacità e la creatività: non dimentichiamo che la musica è lo strumento ricreativo più diffuso che passa soltanto dall’orecchio. Capiamo quindi che mantenere l’udito in salute è fondamentale.

Sette cattive abitudini che danneggiano l’udito

Al di là di patologie congenite o che si sviluppano con l’età, esistono diverse cattive abitudini che possono danneggiarlo: in questo articolo elenchiamo le sette più diffuse.

Il fumo

La nicotina presente nelle sigarette limita il flusso di sangue alle orecchie e danneggia le cellule che si occupano di trasmettere il suono al cervello. Come è evidente, anche le sigarette elettroniche apportano lo stesso rischio, poiché contengono anch’esse la molecola. Nei casi più gravi e in presenza di predisposizione naturale, il fumo può causare sordità, anche nei fumatori passivi.

L’alcol

Quando abusato, il consumo di alcol non danneggia soltanto il fegato, ma anche l’udito. Recenti metanalisi hanno evidenziato come l’alcol agisca direttamente sul cervello, inibendo la sua capacità di interpretare i suoni, specialmente quelli a basse frequenze. Chi abusa di alcol con costanza, ha un rischio maggiore di danneggiare la corteccia uditiva che ha sede nel cranio, avendo dirette conseguenze negative sul nervo uditivo.

Non curare i denti

Spesso le infezioni alla bocca si trasferiscono anche all’apparato uditivo: sarà capitato a molti di avere mal di denti per qualche giorno e di sentirci di meno. Questo accade per la vicinanza della bocca alle orecchie: quando i batteri presenti in eccesso nella bocca proliferano, si trasferiscono nel flusso sanguigno e infiammano tutti i tessuti adiacenti, come arterie, parotide e orecchie.

Carenza di ferro

Da uno studio dell’università della Pennsylvania è emerso che l’Anemia Sideropenica ha una correlazione con la perdita dell’udito. Le persone con anemia hanno il 50% di probabilità di riscontrare perdita di udito rispetto alla media di quelle senza anemia. Come risaputo, l’anemia colpisce più frequentemente le donne, a causa del ciclo mestruale mensile e predisposizione genetica.

 

Parotite

La parotite (conosciuta anche come orecchioni) è una malattia comune nei bambini che causa gonfiore alla parotide e alle ghiandole salivari. Se non curata prontamente con antibiotici o se presa da adulti, può portare a infezioni più estese che coinvolgono le meningi e l’apparato uditivo. Chi soffre di parotite recidiva spesso nota un abbassamento dell’udito avanzando con l’età.

Apnee notturne

Potrà sembrare strano, ma le apnee notturne sono una delle cause della perdita di udito. Molti studi affermano che questo potrebbe essere causato dal fatto che l’apnea riduca l’apporto di ossigeno all’orecchio, con conseguente abbassamento dell’udito.

Stress

Che lo stress danneggi la salute dell’organismo in molti modi diversi è ormai comprovato da anni. Sebbene una piccola quantità di ansia può permetterci di affrontare con più energia gli eventi che coinvolgono la nostra vita, come un colloquio importante, un’esame o una gara, una quantità eccessiva di stress apporta soltanto danni. L’eccessiva produzione di adrenalina da parte del corpo, ha ripercussioni negative sul circolo sanguigno, strettamente legato con le funzioni uditive. Problemi al microcircolo possono causare danni all’udito, inoltre uno dei disturbi più comuni al giorno d’oggi, l’acufene (fastidiosi ronzii inesistenti, udibili solo da chi soffre della patologia), dovuto principalmente allo stress, è fonte di insonnia e altri fastidi con conseguente aumento di stress.
La perdita di udito, per esempio con l’avanzare dell’età, può causare altro stress e iniziare un circolo vizioso tutto a discapito dell’umore. Studi medici attrezzati al giorno d’oggi consentono l’installazione di apparecchi per l’udito, invisibili e poco costosi, che permettono una corretta trasmissione dei suoni e un benessere psicofisico generale.

Alimentazione e udito

Secondo alcuni studi scientifici accurati condotti da un’università americana, pare che esista una specifica dieta che vada a preservare e a salvaguardare l’udito umano, grazie all’azione di alimenti contenenti sostanze che aiutano nel mantenimento ottimale della capacità uditiva.
Inoltre, si è anche osservato come alcuni pazienti affetti da una perdita uditiva di variabile entità abbiano beneficiato moltissimo di uno stile di alimentazione guidato per il benessere dell’udito.
Pertanto, quali sono i componenti nutritivi che sorridono alla capacità uditiva?
Che dire degli alimenti nei quali sono contenuti?
Rispondiamo a ciascun quesito posto in maniera chiara ed esaustiva, fornendo una dettagliata panoramica in merito a questo speciale argomento!

Le sostanze nutritive che aiutano l’udito

Seguire alla lettera una dieta alimentare corretta e bilanciata è fondamentale per trarre il massimo dagli alimenti che si assumono.
Ad esempio, la protezione del proprio udito passa dal consumo di cibi contenenti la vitamina B9, ricercabile in frutta, verdura e cereali.
Nello specifico, ad essere fondamentali sono le 4 vitamine che hanno l’importante ruolo di preservazione del tessuto cerebrale dai radicali liberi:

  • la vitamina E, abbondantemente presente nella frutta secca;
  • la vitamina B6, della quale sono ricchissime le banane, le patate e i cereali integrali;
  • la vitamina B12, presente nella carne o negli alimenti di origine animale, come i latticini;
  • l’acido folico, abbondante nei legumi e nelle verdure a foglia verde

Il connubio perfetto tra queste sostanze e questi alimenti crea un mix dietetico di assoluta importanza nella protezione dell’udito, nonché rappresenta la soluzione migliore per salvaguardare l’orecchio da patologie piuttosto frequenti.
Che dire di altri consigli alimentari da tenere presente?

Altre sostanze da assumere per l’udito

Oltre al pacchetto di vitamine succitato, risultano essere estremamente utili anche macromolecole come lo zinco, il quale si trova in alimenti ricchi di proteine, come la carne, il cioccolato fondente o i semi di zucca.
La peculiarità dello zinco è quella di aiutare il sistema immunitario a mantenere il suo benessere, oltre a supportare le cellule nella loro crescita e nella guarigione da ferite cutanee: questo non fa altro che aiutare l’individuo che lo assume ad evitare infezioni o infiammazioni che colpiscono l’orecchio abbastanza frequentemente.
In molti casi, lo zinco viene utilizzato come valido alleato contro l’acufene, annoso disturbo uditivo che oggigiorno colpisce sempre più persone.
Oltre a ciò, una menzione speciale va rivolta al potassio, elemento contenuto nei pomodori, negli spinaci, nelle patate, ma anche nelle albicocche e famoso per essere il costituente principale delle banane.
Il potassio ha un ruolo di cruciale importanza nel mantenimento delle buone prestazioni uditive: esso va ad agire nella zona più profonda dell’orecchio, migliorando il fluido di cui è dotata l’area dell’orecchio interno e agevolando la traduzione dei rumori ambientali in segnali elettrici che il cervello interpreterà come suoni ben definiti.
Un ulteriore componente molto importante è l’omega 3, presente nella stragrande maggioranza dei pesci, ma anche nelle noci o nei semi di lino: si tratta di una tipologia di acidi grassi essenziali che riducono il rischio di perdita dell’udito.
Che dire, invece, dei cibi da evitare per la salute dell’orecchio?

Cosa evitare per preservare l’udito

La dieta alimentare da seguire per salvaguardare l’udito prevede la totale esclusione degli zuccheri: dato che risulta essere particolarmente difficile eliminarli, potrebbe essere utile sostituirli con del miele o con lo sciroppo d’acero.
Sarebbero da evitare anche gli oli vegetali, ricchi di acidi grassi, esattamente come i formaggi di natura grassa che dovrebbero essere sostituiti da formaggi biologici notoriamente più leggeri.
Infine, per lo stesso principio, si dovrebbe prediligere il consumo di carni a basso contenuto di grassi.
Insomma, preservare l’udito significa prendersi cura della propria salute e del proprio benessere: basta una dieta alimentare equilibrata e corretta per diminuire la frequenza di insorgenza di problemi uditivi, per uno stile di vita sano e duraturo!

Apparecchi acustici e amplificatori acustici: che differenza c’è?

Sentire bene è fondamentale per il benessere psicofisico di una persona, una scarsa qualità del proprio apparato uditivo può infatti comportare problematiche sul lavoro, nello studio e ovviamente anche nei rapporti interpersonali di tutti i giorni.
Per questo, spesso, gli esperti consigliano l’utilizzo di apparecchi e/o amplificatori acustici per ovviare a problemi che possono essere legati a patologie o semplicemente all’avanzare dell’età.

Apparecchi acustici e amplificatori, perché non sono uguali

Spesso gli apparecchi e gli amplificatori acustici vengono considerati pressoché equivalenti ma è un errore; è come se si considerasse una scarpa da calcio uguale ad una scarpa col tacco a spillo semplicemente perché entrambe vengono indossate ai piedi. La differenza è nella forma, nella struttura, nell’utilizzo esattamente come amplificatori e apparecchi acustici che sono entrambi dispositivi concepiti per supportare l’apparato uditivo ma variano totalmente nel come e nel perché di questo supporto. Scopriamo insieme in che modo differiscono.

Le principali differenze tra amplificatori e protesi acustiche
APPROCCIO STANDARD – APPROCCIO AD PERSONAM

La principale differenza che divide un amplificatore da un apparecchio acustico è la differenza di approccio nel loro funzionamento. Spiegamoci meglio: un amplificatore acustico, come suggerisce anche il nome, si limita ad ampliare qualsiasi tipo di input sonoro, in sostanza, alza il rumore di ogni suono che arriva all’orecchio e questa operazione avviene in maniera totalmente indistinta. Per questa ragione, un amplificatore acustico non è una soluzione reale per una persona che ha specifici problemi di udito. Gli apparecchi acustici invece lo sono, perché sono invece calibrati su misura in base alle specifiche esigenze della persona. Un apparecchio acustico deve aderire perfettamente alla forma dell’orecchio di chi lo indossa poiché la forma della protesi viene modellata in base a quella che è l’impronta del condotto uditivo esterno dell’individuo.

Tecnologia basilare – tecnologia digitale

Un’altra grande differenza è data dalla tecnologia utilizzata dai due dispositivi. Gli amplificatori acustici dispongono di una tecnologia alquanto basilare: il suono viene catturato e amplificato. Diverso e più articolato è il discorso per gli apparecchi acustici che dispongono di una tecnologia digitale più raffinata. Questi dispositivi sono infatti in grado di catturare, elaborare ed amplificare il suono in base a quelle che sono le esigenze dell’utilizzatore. Inoltre, spesso dispongono anche di tecnologia wireless.

Acquisto libero – prescrizione medica

Dal momento che gli amplificatori acustici non necessitano di alcun tipo di iter di adattamento o di assistenza medica, possono essere acquistati ed utilizzati liberamente da chiunque. Gli apparecchi acustici, di contro, necessitano non solo di prescrizione medica ma anche di un controllo dell’udito e perfino di un iter applicativo di adattamento e di assistenza ad personam da parte di uno specialista del settore. Non potrebbe che essere così d’altra parte, vista la complessità tecnologica che soggiace questi dispositivi.

Limitazioni d’uso – massima compatibilità

Gli amplificatori acustici aumentano il volume di qualunque suono e questo comporta inevitabilmente uno stress decisamente elevato per tutto l’apparato uditivo, per questa ragione, dunque, non possono essere utilizzati per più di 60 minuti consecutivi. Gli apparecchi acustici invece, essendo calibrati per l’esigenze specifiche delle persona che li utilizza non hanno un limiti di tempo d’utilizzo e anzi, è consigliato, una volta emersa la necessità del loro impiego, di non rimuoverli mai o quasi.

Bambini a scuola: come affrontare la perdita uditiva

Un bambino che presenta un udito debole già in tenera età può andare incontro a una serie di problematiche relative al corretto sviluppo del linguaggio e dell’apprendimento scolastico.
Per questa ragione, dunque, è opportuno un immediato intervento attraverso soluzioni mirate alla riabilitazione uditiva dei bimbi, consentendo loro di crescere in maniera ottimale.
Tuttavia, la diagnosi precoce incontra un ostacolo e questo è rappresentato dalle difficoltà di metodo.
Se, da una parte, lo screening neonatale riesce a identificare e valutare le sordità congenite mediante la tecnica di audiometria oggettiva, quando, poi, c’è bisogno di rilevare le successive perdite uditive, anche di lieve entità, si va incontro a una serie di problemi che non permettono di identificare le progressive forme di perdita di udito durante la tarda infanzia.

Qual è il ruolo della scuola in quest’ambito?

La scuola, per quanto riguarda la salute uditiva, gioca un ruolo fondamentale in tema di prevenzione e di diffusione della cultura sull’udito, in quanto può rivolgersi a una platea piuttosto estesa.
Risulta essenziale, dunque, promuovere iniziative sanitarie scolastiche al fine di fare luce sull’importanza dell’udito nell’istruzione, ponendo anche l’accento su quelli che sono i problemi più frequenti per i bambini in età scolare e sull’inclusione delle cure per l’udito.

Quali sono i test da dover eseguire?

Un test molto efficace per valutare la qualità dell’udito nei bimbi in età scolare è rappresentato dall’esame audiometrico; un simile approccio, però, comporta l’uso di strumenti piuttosto costosi e quindi non sempre può essere garantito per tutti.
L’uso di software o della tecnica audiometrica senza cabina silente possono essere valide opzioni per lo screening, ma per essere efficienti dovrebbero essere integrate con otoscopia, timpanometria e test delle emissioni otoacustiche.
Quest’ultimo esame, ad esempio, è di fondamentale importanza per rilevare situazioni in cui i bimbi non riescono a seguire la lezione in classe.
Tutto ciò ha messo in evidenza quelli che sono i problemi e i limiti nell’attuare un piano di screening scolastico, soprattutto in riferimento ai costi troppo elevati di questi strumenti.
Per tale motivo, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sostiene che è necessario implementare le ricerche riguardanti questo settore, valutandone attentamente i costi e sviluppando delle stime generali in base alle singole aree di applicazione; in questo modo si potrà definire un esatto protocollo.

L’efficacia dello screening scolastico: il caso studio in Polonia

Nella Polonia orientale, nel 2008, è stato attuato un programma di screening uditivo in alcune scuole che ha raggiunto più di 90 mila bambini di età compresa tra i 7 e i 12 anni.
Successivamente, nel 2010, questo programma è stato esteso anche al lato ovest del paese e ha incluso progetti che prevedevano controlli per orecchie, udito e occhi.
Il risultato di questo studio ha avuto esiti davvero importanti: circa il 14% dei bimbi sottoposti allo screening ha registrato perdite di udito e di conseguenza sono stati invitati ad effettuare altre cure e trattamenti per valutare più approfonditamente la questione.
Questo dato, inoltre, è ancora più allarmante se si pensa che più della metà dei genitori dei bambini che hanno registrato problemi uditivi non si era mai resa conto della presenza di tale deficit nei loro figli.
In più, circa il 27% dei piccoli non aveva mai fatto un controllo dell’udito, a parte quelli destinati ai neonati, e il 41% non ha ricevuto cure specialistiche per superare la perdita uditiva.
Tali dati, quindi, hanno fatto emergere una realtà piuttosto preoccupante e se non fosse stato per questo screening, molto probabilmente, gran parte dei bimbi non avrebbe avuto la giusta cura per le problematiche relative all’udito, con un conseguente danno in termini di salute pubblica e di qualità della vita.

Che cosa aspettarsi dal test dell’udito

Il test dell’udito è fondamentale perché valuta la sensibilità e la salute dell’orecchio.
In molti si domandano come possa funzionare un test dell’udito, che tipo di esami vanno effettuati dall’audioprotesista e, soprattutto, quanto possa costare e che valore abbia tale test. Scopriamolo insieme!

Il test dell’udito per intervenire sulla qualità delle proprie orecchie

Chi soffre di questo particolare problema, molto spesso è afflitto da innumerevoli dubbi che lo spingono a scoprire al più presto di cosa possa trattarsi, se si tratta di una questione grave o meno. Allora ecco spiegato a che cosa fa riferimento il test dell’udito, quanto costa, quanto tempo richiede, quali sono gli esami da eseguire, che valore abbia e, soprattutto, se è necessario l’acquisto di un apparecchio acustico.

Cos’è il test dell’udito?

Il test dell’udito viene raccomandato a tutte quelle persone che si trovano al di sopra dei 60 anni almeno una volta all’anno. Questo consiglio è essenziale affinché la cura dell’udito risulti essere più efficace per contrastare il problema dell’ascolto. Quando si fa riferimento al non sentire bene dalle proprie orecchie quasi lo si indica come se fosse un vero e proprio limite, ma lo diventa nel momento in cui si tende a sottovalutare il problema col passare del tempo. Ecco perché è fondamentale effettuare controlli periodici dell’udito. In parole povere, il test dell’udito dà informazioni utili per capire la sensibilità di una persona mediante l’intera gamma del parlato. Da qui viene emesso un suono più silenzioso che può essere percepito dall’orecchio del paziente in diversi punti di intervallo vocale (audiogramma).

Quanto costa un test per l’udito?

Nulla. Il test per l’udito è completamente gratuito se lo si effettua grazie al centro audioprotesico Sound – Soluzioni per l’udito. Infatti, una prenotazione sul sito di Sound permette al paziente di sottoporsi al test senza sborsare alcun euro. La prevenzione è importante per permettere alla persona di intervenire in tempo su eventuali cali di udito. Per poter prenotare una visita totalmente gratuita, basta andare nella sezione apposita del sito dove sono presenti i contatti necessari e poter compilare il form.

Quanto tempo necessita il test?

Il test ha tempistiche che vanno da 30 a 60 minuti. Effettivamente, potrebbe durare pochissimo tempo o impiegarci un po’ di più, in base alle specifiche esigenze del paziente sottoposto a controllo. Risulta cruciale il dialogo che viene intrapreso dal paziente con l’audioprotesista in modo tale da dare le giuste valutazioni sul caso. In questa fase del test vengono messe in evidenza reali complessità che il paziente possa presentare durante la propria quotidianità, probabili difficoltà riscontrate anche in passato (ambiente da lavoro rumoroso, hobby particolari e altro ancora) e, infine, lo stile di vita.

Quali esami si effettuano?

L’audioprotrsista di Soundudito si occuperà di monitorare la pervietà del condotto uditivo mediante otoscopia. Se la situazione dovesse dare esito idoneo a procedere, allora verrà eseguito l’esame audiometrico, processo in cui il paziente sarà sottoposto a suoni di diversa frequenza e intensità per riuscire a capire che risposta dia a questi stimoli. Già con questo esame si può comprendere lo stato di salute dell’udito del paziente, ma in altri casi sarà utile effettuare altri esami (esame vocale). Quando l’esame arriva al termine, lo stesso giorno il paziente potrà commentare assieme all’audioprotesista dei risultati derivanti dal test.

Il valore del test dell’udito

Non appena viene delineato il quadro audiologico, allora si potranno dare le prime indicazioni sui rimedi e sulle soluzioni da adottare al fine di recuperare quantomeno parte dell’udito perso. Il ruolo dell’audioterapista è quello di offrire soluzioni idonee in base a quanto è stato valutato dall’esito del test. Soundudito offre anche una prosa gratuita per usare apparecchi acustici in modo tale da permettere a chi soffre del calo d’udito di poter sperimentare questi dispositivi in modo da cercare di sentire nuovamente. La prova, come già anticipato, è totalmente gratuita.

Dopo la prova gratuita si può acquistare l’apparecchio acustico?

Sarà l’audioprotesista ad indicare al paziente che soffre di calo uditivo se ritiene opportuno acquistare definitivamente l’apparecchio acustico, sempre in base alla situazione del paziente stesso.

Come prendersi cura delle tue orecchie in inverno

Prendersi cura delle proprie orecchie durante l’ inverno è a dir poco importante; infatti, il freddo, il vento e l’ umidità ne fanno un periodo dell’anno rischioso per la salute uditiva con il rischio di contrarre l’otite o peggio ancora subire danni irreversibili a parti dell’orecchio stesso. A tale proposito ecco alcuni utili suggerimenti su come scongiurare i suddetti problemi, e quali accortezze prestare per salvaguardare il proprio udito.

Otite media: una delle principali cause di visite audiometriche

L’otite media acuta può essere anche causata dal freddo specie quando le orecchie non vengono accuratamente coperte nel periodo invernale. La condizione tra l’altro può colpire una o entrambe, ed è causata dall’accumulo di liquido dietro il timpano che produce una conseguente infiammazione nell’orecchio medio ed è molto dolorosa. I bambini e gli anziani sono i più soggetti a questo tipo di infezione, poiché il loro sistema immunitario è maggiormente sensibile alle aggressioni esterne. Nel caso dei bambini piccoli è comune l’otite media sierosa o con versamento ed è caratterizzata dall’accumulo di muco nel condotto uditivo. La mancanza di accortezze tipo la protezione invernale delle orecchie può quindi causare questo inconveniente con conseguenti ricorsi a visite specialistiche e il rischio di perdere parzialmente l’udito.

Suggerimenti per proteggere la salute delle orecchie in inverno

A questo punto dopo aver appreso quali danni può provocare il freddo alle orecchie, è opportuno fornire una serie di suggerimenti al fine di proteggerle. In primis va detto che bisogna evitare sbalzi di temperatura e coprirle bene. In secondo luogo conviene mantenere alte le difese immunitarie provvedendo ad esempio a praticare una dieta equilibrata unita a uno stile di vita sano e all’esercizio fisico. Anche una migliore igiene può rivelarsi importante specie in inverno per proteggere le orecchie. Innanzitutto è opportuno asciugarle accuratamente per evitare di soffrire di infezioni come l’otite esterna. Gli specialisti in tal senso raccomandano di non utilizzare i classici bastoncini con la punta di ovatta e di optare invece per degli spray a base di acqua salata. Proteggere infine le proprie orecchie dall’acqua in inverno se si va in piscine coperte e riscaldate, è altresì importante. In tal senso il suggerimento è di usare degli appositi tappi mentre si nuota per evitare che l’acqua entri nel condotto uditivo.

Controllare l’efficienza degli apparecchi acustici

Un altro ottimo modo per proteggere le orecchie dal freddo nel periodo invernale, consiste nel controllare l’efficienza degli apparecchi acustici se presenti o sottoporsi ad una visita presso un esperto in otorinolaringoiatra. Il professionista infatti potrebbe anche consigliare una visita audiometrica se nota che il condotto uditivo presenta già delle anomalie. Se l’esito conferma tale problema, allora per rimediare basta affidarsi a centri specializzati terrestri ed online che propongono apparecchi acustici tecnologicamente avanzati ed in grado di consentire ai soggetti interessati di svolgere una vita normale. Si tratta tra l’altro di dispositivi che seppur in grado di resistere a qualsiasi tipo di temperatura possono comunque subire danni all’alimentazione. Quest’ultima infatti avviene tramite delle batterie che possono risentire di cambiamenti repentini dal caldo al freddo e viceversa. Con tutte queste accortezze sia nel caso dell’apparecchio acustico che di stile di vita, il rischio di incorrere in fastidiose patologie all’apparato uditivo viene scongiurato a monte.

Perdita dell’udito e demenza senile: che legame c’è?

Perdita di udito e demenza senile, una associazione che non tutti fanno, una associazione che richiama timori e insicurezza, ma che ha una spiegazione precisa così come varie e diverse possibilità di intervento.

Partiamo da una domanda: distinguere i suoni, catalogarli, dargli un’attribuzione specifica, è un’azione dell’apparato uditivo o del cervello?

Lo stretto legame tra perdita di udito e demenza senile

Ebbene, se sentire da un punto di vista del volume, della voce, dello strumento, è un compito che il nostro organismo affida all’apparato uditivo, al contrario, le informazioni ricevute durante “l’ascolto” vengono esaminate dal nostro cervello, che le recepisce e in un certo senso le smista a seconda degli stimoli ricevuti.

Il cervello è deputato alla catalogazione delle sorgenti sonore, riconosce i suoni, “impartisce” compiti al corpo in base all’origine dei suoni e seleziona le attività derivanti dai suoni in base alle priorità. A questo punto, diviene evidente la correlazione tra sistema nervoso e udito e, per conseguenza, il rapporto tra perdita uditiva trascurata e rischio di demenza.

La demenza correlata alla perdita uditiva non è un destino

Abbiamo volutamente parlato di perdita uditiva “trascurata” perché esiste un’alta possibilità di recupero laddove si rilevi un intervento tempestivo. Le statistiche infatti dimostrano che più di un terzo dei casi di demenza può essere intercettato e prevenuto, ma non solo, può essere addirittura rallentato nel suo decorso.

Adottare uno stile di vita sano che comprenda esercizi quotidiani non solo per il corpo, ma anche per il nostro cervello, e intervenire tempestivamente sull’indebolimento uditivo, comporta l’acquisizione di un notevole vantaggio contro il progredire della demenza.

Perdita uditiva, un elevato fattore di rischio nella demenza

Tralasciare i primi segnali di una perdita uditiva lieve, pensare che si risolva da sola, o, ancor peggio, isolarsi ed estraniarsi, significa lasciare un ampio margine di sviluppo ai fattori di rischio che possono determinare l’insorgenza delle demenza.

Arrestare il processo degenerativo, o perlomeno rallentarlo, è fondamentale per evitare di fare i conti con situazioni e condizioni irreparabili. Il cervello deve essere stimolato quitidianamente per mantenersi attivo ed efficiente.

Se ancora non avete chiara la correlazione tra indebolimento uditivo e demenza, vi facciamo un piccolo esempio: una persona che non sente bene inizia a manifestare un disagio dapprima iniziale che, gradualmente, con il progredire del livello di perdita uditiva, si trasforma in difficoltà nello stare in relazione.

La persona si estranea, tende ad isolarsi, diminuendo il livello di stimoli a cui era in precedenza sottoposta fino a quel momento. Di pari passo, il declino cognitivo si nutre di questo rallentamento delle attività e inizia a progredire.

L’isolamento sociale è una delle principali alleate della demenza, poiché si vanno a ridurre drasticamente tutte quelle abitudini che mantenevano “in esercizio” il nostro cervello. Assenza di stimoli mentali, diminuzione dell’interazione con gli altri, sono il terreno fertile ideale per il proliferare di quegli elementi che alterano il processo cognitivo.

Ma come di comporta l’udito danneggiato per recuperare le informazioni che non giungono più in maniera immediata? E’ proprio in questa fase che, l’indebolimento uditivo chiede maggiore sforzo a tutte quelle risorse del corpo che caratterizzano la memoria e l’elaborazione del pensiero. Il cervello subisce una vera e propria modifica strutturale, tendendo a ridursi e ad evidenziare atrofia.

Apparecchi acustici, i migliori amici dell’udito e del cervello

Gli apparecchi acustici sono una soluzione che può dimostrarsi particolarmente efficace in questi casi, tanto da diventare mezzo di contrasto contro l’avanzare delle demenza.

Smettere di isolarsi, tornare a stare in società, vivere la vita recependo e ricevendo gli stimoli come prima della comparsa dei primi stimoli significa restituire il proprio ruolo ad ogni funzionalità, riportando un equilibrio che solleva il cervello dall’affaticamento a cui era stato sottoposto con l’indebolimento uditivo.

Dopo un consulto con il nostro personale qualificato, potrete accedere al test gratuito dell’udito per intervenire in maniera subitanea contro la perdita uditiva. Studieremo insieme la soluzione più adatta alle vostre esigenze e alle vostre necessità, fornendovi una continua assistenza e un adeguato supporto.

I gradi di una perdita uditiva: quando ricorrere all’apparecchio acustico?

La perdita dell’udito, in maniera graduale più o meno costante, è una condizione, prima ancora che una patologia, che causa instabilità e disorientamento nella persona in cui si verifica.

L’udito è un riferimento indispensabile, centrale per lo svolgimento delle attività quotidiane, che guida le nostre azioni al pari delle nostre percezioni. Ecco perché il suo indebolimento può essere così destabilizzante per chi deve affrontarlo e viverlo ogni giorno.

Cos’è la perdita uditiva

La perdita uditiva, anche nota come indebolimento dell’udito, è una patologia molto più diffusa di quanto si pensi: colpisce una persona su 5, tanto da essere classificata al terzo posto come patologia più diffusa nel nostro Paese.

Erroneamene o per credenza comune, si tende a pensare che le persone maggiormente colpite siano gli anziani: niente di più sbagliato. Negli ultimi anni, a causa di una serie di elementi (aumento dell’inquinamento acustico, stili di vita, etc…) l’età media delle persone colpite da perdita uditiva è sempre più bassa.

Giovani e meno giovani devono fare i conti, indifferentemente, con questa patologia, che varia da individuo a individuo. Ma come riuscire a capire di aver bisogno di un consulto?

Prestate attenzione al numero delle volte in cui chiedete alla persona con cui state parlando di ripetere le cose; al come sentite una qualunque voce dall’altra parte del telefono; all’impostazione del volume degli apparecchi elettronici (tv, radio, pc), facendo caso se tendete periodicamente ad aumentarlo.

Le condizioni che vi abbiamo elencato sono considerate i primi sintomi dell’ipoacusia, ossia della perdita uditiva appunto.

I gradi dell’indebolimento uditivo

L’ipoacusia è una patologia ben determinata da dei parametri di riferimento precisi e può considerarsi tale quando è superiore ai venti decibel (dB HL). Le fasi sono graduali e individuate in quattro manifestazioni, sempre ricadenti nell’orecchio migliore:

  • lieve, con indebolimento dell’udito tra 21-40 dB HL;
  • media, con indebolimento dell’udito tra 41-70 dB HL;
  • grave, con indebolimento dell’udito tra 71-90 dB HL;
  • profonda, con indebolimento dell’udito di almeno 91 dB HL.

Quando fare ricorso a un apparecchio acustico?

Negli anni, il livello di certificazione e di affidabilità degli apparecchi acustici ha raggiunto risultati elevatissimi, grazie ai quali è possibile tornare condurre la propria vita senza essere in qualche modo rallentati o ostacolati dalle conseguenze della perdita uditiva.

Ma come fare a sapere quando ricorrere all’utilizzo di un apparecchio acustico? Una volta stabilito il livello lieve, medio, grave o profondo di acusia, dovete tener presente che il parlato, la voce, mediamente è attorno ai 40 dB HL.

Andando a rivedere i dati di riferimento riportati sopra, vi accorgerete che stiamo parlando del livello di acusia medio, pertanto se avete difficoltà a seguire in discorso a causa delle mancata comprensione della voce del vostro interlocutore, potreste già avere necessità di ricorrere a un apparecchio acustico.

Naturalmente, parliamo di dati che possono essere elaborati e presi in considerazione solo dopo un esame dell’udito, durante il quale sarete assistiti dal nostro personale dedicato, altamente qualificato per rispondere ad ogni vostra domanda o necessità.

Scoprirete la discrezione dei nostri apparecchi acustici e le loro prestazioni. Potrete ritrovare un nuovo modo di stare in relazione, riprendendovi gli spazi e le esperienze a cui avete rinunciato per il disagio e la vergogna che accomuna chi affronta un problema di perdita uditiva.

Che si tratti di indebolimento dell’udito lieve, medio, grave o profondo, siamo a vostra disposizione per fornirvi le migliori soluzioni, sempre nel rispetto delle vostre esigenze e delle vostre necessità.

Amiamo fornire soluzioni che restituiscano ai nostri clienti la serenità di “tornare a sentire”, perché sentire bene significa riappropriarsi di quella sicurezza che era andata perduta. Con i nostri apparecchi acustici tornerete a vivere la libertà di momenti condivisi con le persone che amate, lontano da sguardi spazientiti e giudicanti.

Lavoriamo ogni giorno, con passione e dedizione, per regalarvi l’emozione di godervi una serata in compagnia o un momento speciale, senza la limitazione di non riuscire a sentire, senza l’assillo di chiedere la ripetizione del discorso. Al vostro fianco, sempre.