Ipoacusia: che cosa provoca l’abbassamento dell’udito?

Spesso si associa la sordità alla totale perdita dell’udito, ma in realtà, l’ipoacusia è raramente una condizione di assoluto silenzio. Nella maggior parte dei casi, essa si presenta in forme parziali o con gradi diversi di gravità. È cruciale investigare le cause, sia per determinare il percorso di trattamento sia per individuare la tecnologia migliore per migliorare l’ascolto.

Perdita dell’udito: cause e tipologie

La perdita dell’udito può derivare da una varietà di fattori, con esposizione prolungata al rumore e processo di invecchiamento che ne rappresentano le cause più comuni. In altre parole, è del tutto normale, con il passare degli anni, utilizzare un apparecchio acustico, proprio come si farebbe con gli occhiali per problemi di vista. Per saperne di più sulla presbiacusia, la perdita dell’udito legata all’invecchiamento, continua a leggere.

Cause dell’ipoacusia

L’ipoacusia ha diverse cause, tra cui malattie, infezioni, condizioni congenite e gli effetti collaterali di alcuni farmaci che possono compromettere l’udito. In relazione a queste cause, è importante notare che esistono tipi di sordità o ipoacusia, alcune delle quali possono essere trattate con successo.

Le principali categorie di ipoacusia includono l’ipoacusia neurosensoriale, l’ipoacusia improvvisa e la presbiacusia. D’altra parte, le sordità di tipo trasmissivo sono caratterizzate da un ostacolo fisico che impedisce il passaggio del suono. Ciò può accadere per diverse ragioni, come:

  1. Il tappo di cerume, una delle cause più comuni, che solitamente coinvolge un solo orecchio.
  2. La presenza di corpi estranei o oggetti nell’orecchio, una casistica che si verifica spesso nei bambini.
  3. Infiammazioni causate da infezioni batteriche o complicazioni dell’otite.
  4. L’accumulo di muco, particolarmente comune nei bambini che non riescono a soffiarsi bene il naso.

È importante notare che le condizioni appena elencate sono spesso reversibili. Tuttavia, ci sono situazioni più complesse legate a cause come esposizione a sostanze tossiche o farmaci, traumi cranici o esposizione a rumori intensi o prolungati, che possono avere effetti duraturi sull’orecchio interno. Inoltre, problemi di circolazione sanguigna possono anche influenzare l’udito.

Riconoscere i segni dell’ipoacusia

Per i neonati, la funzionalità uditiva viene spesso verificata tramite uno screening neonatale indolore eseguito in ospedale. Per gli adulti, la diagnosi di ipoacusia è effettuata da medici audiologi o otorinolaringoiatri attraverso una visita e test specifici, come l’audiometria.

Se sospetti di avere problemi uditivi o pensi che un familiare ne possa soffrire, puoi effettuare un test di autovalutazione dell’udito qui.

È importante tenere presente che l’ipoacusia può peggiorare col tempo e avere un impatto significativo sulla vita personale e familiare, aumentando il rischio di sviluppare depressione. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, l’ipoacusia è una condizione naturale legata all’invecchiamento. Infatti, statisticamente, quasi un terzo delle persone oltre i 65 anni e metà delle persone oltre i 75 anni ne soffrono.

Rumore e salute uditiva: l’inquinamento sonoro nascosto

Il mondo che ci circonda è costantemente pervaso da suoni e rumori di varie intensità. Siamo immersi in conversazioni, circondati dal frastuono del traffico e spesso ci rifugiamo nella musica ad alto volume nelle cuffie per cercare di isolarci dall’incessante clamore. Dai luoghi di lavoro alle attività ricreative, le nostre orecchie sono costantemente sollecitate. Ciò che spesso sottovalutiamo è quanto l’esposizione prolungata al rumore possa rappresentare un rischio significativo per la nostra salute.

Esposizione al rumore: un rischio professionale

Solitamente, consideriamo l’esposizione al rumore come un rischio legato al lavoro. Le leggi per la tutela della salute e della sicurezza (legge 81/2008) regolamentano attentamente gli ambienti di lavoro, stabilendo specifiche normative per la protezione uditiva individuale. Sappiamo che il limite di esposizione al rumore sul posto di lavoro è di 85 decibel, oltre il quale si aumenta il rischio di danni uditivi irreversibili.

Esposizione al rumore: il rischio inaspettato

Tuttavia, ciò che spesso trascuriamo è il rischio legato all’esposizione al rumore al di fuori del lavoro. Il rumore è considerato un inquinamento ambientale che può causare vari tipi di danni, tra cui:

  • Danni uditivi come l’ipoacusia e gli acufeni.
  • Danni al sistema neuropsichico e cardiocircolatorio.
  • Difficoltà nelle relazioni personali e professionali dovute alle difficoltà di comunicazione.

Fatica uditiva: cos’è?

Hai mai sentito parlare della fatica uditiva? Si verifica quando le orecchie non hanno il tempo di riposarsi e aumenta il rischio di ipoacusia neurosensoriale. La fatica uditiva può manifestarsi quando passiamo direttamente da un ambiente rumoroso a una situazione altrettanto rumorosa, come una serata in discoteca dopo una giornata di lavoro in un ambiente chiassoso.

Proteggersi dall’esposizione al rumore

A volte sembra impossibile trovare una pausa dal rumore, dato che viviamo immersi in ambienti rumorosi. Tuttavia, oltre all’uso di protezioni uditive, possiamo prendere misure per tutelare la salute uditiva:

  • Effettuare controlli uditivi periodici per individuare precocemente danni uditivi o ipoacusie, indipendentemente dall’età.
  • Utilizzare correttamente dispositivi elettronici per ridurre l’esposizione al rumore.

La tutela della salute delle orecchie inizia con una corretta informazione e l’adozione di pratiche preventive. Non sottovalutate mai il potenziale impatto del rumore sulla vostra salute uditiva.

Acufeni: come risolverli?

Gli acufeni, fenomeno uditivo caratterizzato da fischi, ronzii e fruscii nell’orecchio, affliggono una vasta parte della popolazione. La loro persistenza può portare a disturbi come ansia, stress, nervosismo e insonnia. In questo articolo, esploreremo le cause degli acufeni e come attenuarli, offrendo una guida informativa per chiunque ne sia interessato.

Cos’è l’Acufene?

L’acufene è un disturbo uditivo che può manifestarsi in varie forme e intensità. Alcune persone riescono ad ignorarlo, mentre per altre diventa un problema cronico che influisce notevolmente sulla loro vita quotidiana, interferendo con la concentrazione e il sonno.

Cause degli Acufeni

Nonostante la mancanza di una causa definitiva, studi medici hanno individuato alcune correlazioni tra gli acufeni e altri problemi uditivi. Ad esempio, il 40% dei pazienti con acufeni ha anche ipoacusia. Inoltre, l’esposizione prolungata a rumori intensi è stata associata alla comparsa di acufeni. L’invecchiamento è un altro fattore da considerare, poiché la perdita uditiva tende ad aumentare con l’età. Si consiglia quindi di sottoporsi a controlli uditivi regolari a partire dai 50 anni.

Come Attenuare gli Acufeni?

La possibilità di curare gli acufeni dipende dalle cause sottostanti. Se sono collegati a problemi come l’ipertensione o alterazioni circolatorie, trattare queste condizioni può portare alla risoluzione degli acufeni. Per le forme di acufene senza una causa patologica evidente, ci sono terapie disponibili. Ecco cosa fare:

  1. Consultare uno specialista per escludere patologie che richiedono farmaci.
  2. Iniziare un percorso di consulenza e terapia.
  3. Per i casi associati all’ipoacusia, considerare soluzioni audioprotesiche con l’aiuto di professionisti qualificati.

Prevenzione degli Acufeni

Alcune abitudini salutari possono contribuire alla prevenzione degli acufeni:

  • Mantenere una corretta alimentazione.
  • Gestire lo stress attraverso tecniche di rilassamento.
  • Fare regolare attività fisica.
  • Proteggersi da rumori intensi.

Conclusioni

Gli acufeni sono un disturbo comune dell’udito che colpisce molte persone. È importante non ignorarli e cercare soluzioni adeguate per migliorare la qualità della vita. Con una corretta informazione, consulenza medica e opportune terapie, è possibile affrontare gli acufeni in modo efficace e migliorare il proprio benessere uditivo. Non c’è bisogno di sentirsi soli o stigmatizzati quando si tratta della salute del proprio udito.

apparecchi acustici in estate

Apparecchi acustici in estate: come prendersene cura

Arriva l’estate e con essa le piacevoli giornate di sole, le vacanze al mare o in montagna. Ma se per molti questa stagione rappresenta un periodo di relax e divertimento, per chi utilizza apparecchi acustici può nascondere insidie non indifferenti che mettono a dura prova la durata e l’efficienza dei preziosissimi alleati uditivi. Il caldo torrido, l’elevato tasso di umidità, l’esposizione prolungata ai raggi solari ed anche i bagni rinfrescanti possono danneggiare gravemente i dispositivi acustici!

Precauzioni da adottare quando si indossano gli apparecchi acustici

Quando si indossano gli apparecchi acustici in spiaggia o in piscina, è importante adottare alcune precauzioni per evitarne il danneggiamento. In primo luogo, è fondamentale proteggere gli apparecchi dall’acqua e dalla sabbia utilizzando un apposito astuccio impermeabile. Inoltre, è consigliabile rimuovere gli apparecchi durante l’immersione in acqua e asciugare bene le orecchie prima di reinserirli. In caso di contatto con sabbia o polvere, è opportuno utilizzare un panno morbido per pulire delicatamente gli apparecchi. Infine, è consigliabile evitare di esporre gli apparecchi acustici a temperature troppo elevate o a luce diretta del sole per periodi prolungati, al fine di evitarne il surriscaldamento o la rottura dei componenti interni.

Protezione dall’umidità e sudore: consigli per mantenere asciutti gli apparecchi acustici

Durante l’estate, l’umidità e il sudore possono compromettere il corretto funzionamento degli apparecchi acustici. Per evitare i danni provocati dall’umidità, è possibile utilizzare delle bustine essiccanti all’interno del contenitore dove si conservano gli apparecchi. Inoltre, è importante mantenere gli apparecchi lontani dalla doccia o dalla piscina, evitando così che si bagnino accidentalmente. È inoltre consigliabile utilizzare dei cerotti impermeabili per proteggere gli apparecchi durante l’attività fisica. In caso di eventuali danni causati dall’acqua, è fondamentale contattare immediatamente il proprio audioprotesista per effettuare le necessarie riparazioni e assicurarsi che gli apparecchi funzionino correttamente.

Mantenimento della temperatura ottimale

Il mantenimento della temperatura ottimale degli apparecchi acustici è un aspetto fondamentale per preservarne la funzionalità e la durata. È quindi importante proteggere gli apparecchi acustici con custodie o coperture adeguate, soprattutto quando ci si espone al sole o si posizionano in luoghi caldi come l’auto o la spiaggia. In caso di necessità, è consigliabile rimuovere gli apparecchi acustici e lasciarli raffreddare all’ombra per qualche minuto prima di reinserirli. Con le dovute attenzioni, gli apparecchi acustici possono funzionare anche durante i periodi estivi.

Pulizia periodica degli apparecchi acustici durante l’estate

È essenziale pulire gli apparecchi acustici regolarmente per evitare il deterioramento dei componenti interni. Prima di pulirli, assicurarsi di spegnerli e rimuovere le batterie. Utilizzare un panno morbido e asciutto per rimuovere la polvere e la sporcizia visibile. Quindi utilizzare un bastoncino apposito inumidito con una soluzione detergente specifica per gli apparecchi acustici per pulire le parti esterne ed interne. Lasciare asciugare completamente i dispositivi prima di rimettere le batterie e riutilizzarli. Seguire queste semplici linee guida può contribuire a garantire che gli apparecchi acustici funzionino al meglio durante l’estate e oltre.

Come abituarsi all’uso di un apparecchio acustico

Abituarsi a un apparecchio acustico non è semplice, i primi tempi rappresentano una vera e propria sfida per chi deve conciliare questo dispositivo con le esigenze della vita quotidiana. Tuttavia, con qualche piccolo accorgimento, è possibile superare in fretta questa fase così delicata.

Inserire e rimuovere correttamente l’apparecchio acustico

Imparare a inserire e rimuovere correttamente l’apparecchio acustico è essenziale per garantire la massima efficacia e durata dell’aiuto uditivo.

La prima cosa da fare è pulire accuratamente le mani prima di maneggiare il dispositivo. Successivamente, è importante posizionarsi in un ambiente tranquillo e ben illuminato per evitare eventuali errori.

Dopo aver controllato l’inserimento corretto della batteria, si deve posizionare l’apparecchio acustico all’ingresso del condotto uditivo, spingendolo delicatamente finché non si avverte una sensazione di scatto. Verificate che l’apparecchio acustico sia perfettamente posizionato e che non vi siano fastidi o dolori all’orecchio o al condotto uditivo.

Per rimuoverlo, invece, occorre tirarlo delicatamente dal condotto uditivo. È importante evitare di forzare o tirare troppo forte per non danneggiare il dispositivo o arrecare fastidi all’orecchio.

In caso di difficoltà o dolori durante l’inserimento o la rimozione dell’apparecchio, è importante contattare immediatamente il proprio audioprotesista per ricevere assistenza e consigli.

Adattarsi ai nuovi suoni e al volume dell’apparecchio acustico

Adattarsi ai nuovi suoni e al volume dell’apparecchio acustico può richiedere un po’ di tempo e pazienza.

È importante ricordare che questo dispositivo è progettato per amplificare i suoni. All’inizio la percezione del suono può risultare diversa o leggermente distorta, soprattutto se si è sofferto di perdita dell’udito per un lungo periodo di tempo.

Per facilitare l’adattamento, è consigliabile iniziare ad utilizzare l’apparecchio acustico a casa, in un ambiente tranquillo, per passare poi a situazioni più rumorose man mano che ci si abitua ai suoni amplificati.

È importante comunicare con il proprio audiologo per ricevere assistenza nell’utilizzo e nella manutenzione dell’apparecchio acustico. L’audiologo può aiutare a regolare il volume dell’apparecchio acustico e offrire consigli sulla miglior gestione dei suoni amplificati.

Un altro consiglio utile è quello di partecipare a gruppi di supporto per le persone con problemi di udito. Questi gruppi possono aiutare a superare le difficoltà che si incontrano nell’adattamento ai nuovi suoni e offrire consigli validi consigli di natura pratica.

Come prendersi cura del proprio apparecchio acustico: manutenzione e pulizia

Prendersi cura degli apparecchi acustici è importante per evitare problemi che possono rendere ancora più difficile la fase dell’adattamento all’apparecchio acustico.

È fondamentale proteggere gli apparecchi acustici dai danni esterni. Evitate di lasciare gli apparecchi in luoghi umidi o caldi, come il bagno o la macchina, poiché l’umidità e il calore possono danneggiare i componenti interni.

Evitate di esporre gli apparecchi acustici a sostanze chimiche e solventi come profumi, lacche o detergenti che possono danneggiare i rivestimenti. Per quanto riguarda la pulizia, è importante rimuovere regolarmente il cerume dall’orecchio e dagli apparecchi acustici per evitare blocchi improvvisi. Utilizzate un tampone in microfibra o un panno morbido per pulire delicatamente la superficie del dispositivo.

 

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Calo dell’udito: che cosa succede se non si interviene subito

Il calo dell’udito è una realtà sempre più diffusa che può colpire chiunque e in qualsiasi momento della vita. Un crescente numero di persone ignora i sintomi sottili del calo dell’udito, rimandando l’intervento specialistico nel tempo e complicando così una condizione che avrebbe potuto essere facilmente trattabile se affrontata tempestivamente. Continuare ad ignorare questa problematica potrebbe portare a conseguenze gravi sulla qualità della vita: isolamento sociale, deterioramento cognitivo e perfino depressione sono solo alcune delle tristi realtà legate alla perdita uditiva.

Le possibili cause del calo dell’udito

 

Il calo dell’udito può essere causato da molteplici fattori, tra cui l’invecchiamento naturale dell’organo uditivo, l’esposizione prolungata a rumori troppo forti e continuativi, infezioni dell’orecchio, lesioni traumatiche o malattie come il diabete o l’ipertensione. Anche l’uso prolungato di farmaci ototossici può influire negativamente sulla capacità uditiva. Inoltre, alcuni comportamenti come il fumo e l’abuso di alcol possono peggiorare la situazione. È importante prestare attenzione ai primi segnali di un calo dell’udito e rivolgersi tempestivamente ad un medico specialista per individuare la causa e trovare il trattamento più adeguato.

L’importanza della diagnosi precoce

Senza una diagnosi tempestiva, la perdita dell’udito può avere effetti negativi sulla qualità della vita delle persone. Una diagnosi precoce significa che il paziente può ricevere un trattamento adeguato quanto prima possibile, il che aumenta le possibilità di recuperare la capacità uditiva. Inoltre, una diagnosi tempestiva può evitare complicazioni future, le persone che ritardano la ricerca di aiuto per la loro perdita dell’udito rischiano di fare più fatica ad adattarsi al trattamento e possono dover affrontare cambiamenti maggiori nella loro vita quotidiana.

Rischi per la salute cognitiva e il declino cerebrale

L’impatto del calo dell’udito sulla salute cognitiva e il declino cerebrale è una questione sempre più importante. Diversi studi hanno dimostrato che il calo dell’udito può influire negativamente su funzioni cognitive come la memoria, l’attenzione e l’apprendimento. Inoltre, il calo dell’udito può aumentare il rischio di sviluppare disturbi neurodegenerativi come l’Alzheimer. La ragione di ciò potrebbe essere dovuta alla riduzione della stimolazione uditiva, che può portare a una diminuzione dell’attività cerebrale e alla perdita di connessioni neuronali. Il declino cognitivo può avere conseguenze significative sulla qualità della vita, sulla capacità di lavoro e sull’indipendenza.

I sintomi e segnali di un possibile declino uditivo

Ci sono diversi segnali e sintomi che possono indicare un possibile declino uditivo. Un sintomo comune è la difficoltà a seguire conversazioni in ambienti rumorosi come ristoranti o sale conferenze. Altri segnali includono la necessità di aumentare il volume della televisione o della radio, la difficoltà a sentire suoni ad alta frequenza. La prevenzione è il primo passo per mantenere la salute dell’udito. Limitare l’esposizione a suoni forti, l’utilizzo di dispositivi protettivi, come tappi per le orecchie o cuffie con limitazione del volume, può aiutare a ridurre l’esposizione a suoni dannosi. Mantenere una corretta igiene auricolare e non utilizzare cotton fioc o altri oggetti appuntiti all’interno del canale uditivo.

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Tappi di cerume nelle orecchie: perché si creano?

I tappi di cerume nelle orecchie sono una fastidiosa sensazione, molto comune, per cui spesso sembra di vivere in un mondo ovattato, lontano.

Tappi di cerume: le cause

Il nostro udito è fondamentale per interagire quotidianamente con il mondo che ci circonda. Pertanto, quando qualcosa impedisce il normale funzionamento delle orecchie può risultare estremamente frustrante e preoccupante. Le cause possono essere molteplici e comprendere fattori quali le variazioni di pressione atmosferica, le allergie stagionali oppure semplicemente l’accumulo di cerume.

Anatomia dell’orecchio e funzione del cerume

L’orecchio è composto da tre parti principali: l’orecchio esterno, l’orecchio medio e l’orecchio interno. L’orecchio esterno è costituito dal padiglione auricolare e dal canale uditivo che si estende fino al timpano. Il cerume, una sostanza cerosa prodotta dalle ghiandole presenti nel canale uditivo, ha una funzione importante nella protezione dell’orecchio. Infatti, il cerume agisce come una barriera contro la penetrazione di batteri e altre particelle indesiderate nell’orecchio, impedendo loro di raggiungere l’orecchio medio e interno. Inoltre, il cerume ha proprietà lubrificanti che aiutano a mantenere il canale uditivo umido e morbido, favorendo così il flusso delle onde sonore. Tuttavia, in alcuni casi, può accumularsi in eccesso nel canale uditivo dando origine ai tappi di cerume.

Cause principali della formazione dei tappi di cerume

Ci sono diverse cause che possono portare alla formazione dei tappi di cerume nelle orecchie. Innanzitutto, un eccesso di produzione di cerume può portare alla sua accumulazione e, quindi, alla formazione di un tappo. Inoltre, una scorretta igiene dell’orecchio può contribuire alla formazione del tappo: infatti, l’uso eccessivo di cotton fioc o l’introduzione di oggetti non adatti all’interno dell’orecchio può spingere il cerume verso il fondo, dove si accumula e si solidifica. Anche un’eccessiva esposizione all’acqua, come in caso di nuoto o immersioni subacquee, può favorire la formazione del tappo. Infine, alcune patologie dell’orecchio o problemi di salute possono aumentare la produzione di cerume e contribuire alla formazione dei tappi.

Sintomi e conseguenze dei tappi nelle orecchie

Tra i sintomi più comuni ci sono la sensazione di orecchio chiuso, abbassamento dell’udito e talvolta dolore o prurito. Se i tappi non vengono rimossi, possono causare una serie di conseguenze negative, tra cui l’infezione dell’orecchio, l’insorgere di vertigini e problemi di equilibrio. In alcuni casi, i tappi possono anche causare danni permanenti all’udito. È importante consultare un medico o un otorinolaringoiatra se si sperimentano questi sintomi, in quanto l’utilizzo di rimedi domestici o farmaci senza prescrizione medica può peggiorare la situazione.

Rimedi per la rimozione dei tappi di cerume

Esistono diversi rimedi casalinghi per la rimozione dei tappi di cerume. Uno dei più semplici consiste nell’utilizzare delle gocce di olio d’oliva o di tè verde. Ci sono alcune situazioni in cui è importante consultare un medico o uno specialista se si hanno dei tappi nelle orecchie. Inoltre, se la causa dei tappi è una infezione dell’orecchio, potrebbe essere necessario un trattamento con farmaci o antibiotici per eliminare l’infezione e prevenire complicazioni più gravi.

Otoscan: uno strumento innovativo per la scansione digitale 3D dell’orecchio

Otoscan consiste in uno strumento innovativo volto ad applicare in maniera del tutto personalizzata gli apparecchi acustici, così da favorire un maggior comfort e più prestazioni. Le orecchie presentano una morfologia che può variare a seconda dell’individuo, esattamente come il canale uditivo. Pertanto gli stessi apparecchi acustici devono rispettare i tratti personali di ciascuno dei pazienti al fine di funzionare correttamente.
A tal proposito, è presente il metodo Otoscan, noto per l’alternativa innovativa e perfetta rispetto al classico e tradizionale rilevamento dell’impronta mediante l’utilizzo della pasta al silicone.
Lo strumento in questione, nello specifico, è considerato innovativo in quanto consente di riprodurre mediante una rilevazione al laser la forma del condotto uditivo dei pazienti. Ciò avviene entro pochi minuti e si ottiene un’impronta del condotto uditivo e del padiglione in 3D.

Quali sono i vantaggi di Otoscan

Il primo vantaggio dello strumento innovativo consiste nell’assenza completa di fastidi e nel fatto che il paziente non andrà incontro alla solita manovra invasiva classica, utilizzata con la pasta siliconica.
Inoltre è molto preciso, pertanto riduce le possibilità minime di errori presenti nella manovra manuale. Nel corso della scansione in 3D i vari dati percepiti possono essere memorizzati e recuperati in tempo reale, così in caso di necessità è possibile inviarli presso i laboratori di lavorazione. Così facendo si possono velocizzare i processi di creazione di un apparecchio acustico personale.
Infine, il file dell’impronta scannerizzata digitalmente può essere archiviata con facilità e successivamente recuperata nel caso in cui si debbano effettuare future rilevazioni.

Otoscan è uno strumento alquanto ingegnoso e innovativo proprio perché è il primo scanner in 3D che consente di riprodurre perfettamente il padiglione e il condotto uditivo, sviluppato da esperti nel settore per gli specialisti.
Nello specifico, con questa nuova tecnologia è possibile coinvolgere maggiormente i pazienti e garantire un servizio personalizzato.

Razionalizzazione dei processi

Otoscan consente di fornire al paziente un’assistenza adeguata con una tecnologia innovativa, efficiente e personalizzata. L’utilizzo di questo metodo permette di razionalizzare il ciclo produttivo dei vari strumenti endoauricolari fatti su misura, ossia gli apparecchi acustici e le chiocciole.
La tecnologia che sta alla base dello strumento innovativo Otoscan, volto alla scansione digitale in 3D dell’orecchio, consente per l’appunto di convertire tutte le immagini dell’orecchio in diversi file. Questi ultimi vengono successivamente caricati in Otocloud, dove potranno subito essere utilizzati al fine di realizzare nuovi apparecchi acustici personalizzati adatti al paziente.
La procedura risulta inoltre più sicura e igienica rispetto all’utilizzo della tradizionale pasta al silicone, mentre il fitting protesico è maggiormente ottimale e di qualità. In conclusione, lo strumento innovativo Otoscan consente numerosi vantaggi al paziente che avrà il suo apparecchio del tutto personalizzato e maggiormente performante in poco tempo.

Acufene da stress

Il mondo in cui viviamo mette sempre a più dura prova il nostro organismo, minando il nostro benessere psico-fisico in svariati modi. Ad oggi l’acufene da stress è aumentato rapidamente incrementando il livello di stress ed ansia e causando soprattutto disturbi all’apparato uditivo.

Inquinamento acustico e fattori di stress 

Non è esento da tutto questo anche il nostro sistema uditivo, il quale risente negativamente sia del sempre crescente inquinamento acustico sia dello stress in generale che può causare l’insorgere di molte patologie tra cui, appunto, l’acufene da stress.

Cos’è l’acufene 

Prima di scandagliare le cause che legano lo stress di tutti i giorni all’insorgere di questa patologia è bene chiarire cosa si intende con questo termine. Acufene è il termine medico e scientifico per indicare quella comune sensazione di un fischio nelle orecchie, quello che sentiamo per intenderci dopo essere stati ad un concerto particolarmente rumoroso. A chiunque infatti, almeno una volta nella vita sarà capitato di avvertire un fastidioso ronzio o sibilo all’orecchio senza che ci fosse alcunché a provocarlo.
L’enorme differenza tra questo avvenimento che può capitare a chiunque, per le più disparate ragioni, e la vera e propria patologia è che per chi soffre di acufene il fischio non è un qualcosa di occasionale ma è un compagno di vita costante che, come si può ben immaginare, provoca un fortissimo senso di disagio fisico, emotivo e psicologico.
La ricerca medica non ha ancora individuato in maniera chiara quali possano essere le cause per l’insorgere di questo particolare fenomeno che più che una malattia è da considerare il sintomo di una malattia. Su un punto però medici, scienziati ed esperti concordano: il legame tra l’acufene e lo stress è insindacabile. Vediamo insieme perché.

Gli effetti dello stress sul nostro organismo 

Il ritmo di vita frenetica, le pressioni sociali, lavorativi, scolastiche e relazioni della nostra società iper-capitalistica stanno portando sempre più persone a soffrire di sindromi da stress e stati d’ansia. Il numero di individui che infatti convive quotidianamente con questi fattori di disturbo emotivo è sempre più elevato e gli effetti negativi di questa condizione non si traducono solo a livello emotico, psicologico e relazionale ma anche, e forse soprattutto, fisico trasformandosi così in un vero e proprio malessere per tutto l’organismo.
E’ dimostrato infatti che il nostro organismo risponda ad alti livelli di stress aumentando la produzione di glutammato e di cosa si tratta? Il glutammato è un amminoacido che ha il compito essenziale di favorire la comunicazione tra le diverse cellule nervose ed è dunque importantissimo per tutto ciò che concerne gli stimoli sensoriali e i segnali di eccitazione. Tuttavia, un eccesso di glutammato porta anche ad un eccesso di questi stimoli sensoriali e questi segnali di eccitazione e allora cosa succede? Succede che il nostro cervello, come se fosse un computer con troppe tabs aperte, non riesce a processarli tutti e per questa ragione, alcune zone, fra cui proprio quella del nervo acustico possono subire danni non da poco.
Il “danneggiamento” ed il malfunzionamento del nervo acustico è proprio una delle principali problematiche collegate all’insorgere di acufeni da parte degli studiosi.

Come combattere l’acufene da stress 

Non c’è bisogno di un medico per capire che l’acufene possa rappresentare un elemento enormemente debilitante per chi ne soffre perché rende difficile comunicare, pensare, ragionare e ovviamente anche dormire. L’acufene è senza dubbio una fonte di stress immane per le persone che ne sono affette e questo, per una patologia che può insorgere proprio per lo stress, comporta un pericolosissimo circolo vizioso dal quale diventa molto difficile uscire. Fortunatamente esistono dei rimedi per questo fenomeno, i migliori alleati per combattere l’acufene sono due: il magnesio poiché esso è in grado di ridurre i livelli di glutammato nel vostro organismo e la TRT (Tinnitus Retraining Therapy), una terapia che si occupa di rieducare il cervello alla corretta percezione dei suoni e che si è dimostrata nel tempo il più valido rimedio per l’acufene da stress.

Alcune cattive abitudini che possono danneggiare l’udito

L’udito è uno dei nostri cinque sensi, che ci permette di orientarci, comunicare e avvertire pericoli anche a distanze ragguardevoli. L’udito ha un impatto diretto sulle capacità cognitive: sentire bene rende le persone più attive, più incluse nel contesto circostante, permette loro di gestire meglio gli impegni quotidiani, e stimola l’attenzione, la vivacità e la creatività: non dimentichiamo che la musica è lo strumento ricreativo più diffuso che passa soltanto dall’orecchio. Capiamo quindi che mantenere l’udito in salute è fondamentale.

Sette cattive abitudini che danneggiano l’udito

Al di là di patologie congenite o che si sviluppano con l’età, esistono diverse cattive abitudini che possono danneggiarlo: in questo articolo elenchiamo le sette più diffuse.

Il fumo

La nicotina presente nelle sigarette limita il flusso di sangue alle orecchie e danneggia le cellule che si occupano di trasmettere il suono al cervello. Come è evidente, anche le sigarette elettroniche apportano lo stesso rischio, poiché contengono anch’esse la molecola. Nei casi più gravi e in presenza di predisposizione naturale, il fumo può causare sordità, anche nei fumatori passivi.

L’alcol

Quando abusato, il consumo di alcol non danneggia soltanto il fegato, ma anche l’udito. Recenti metanalisi hanno evidenziato come l’alcol agisca direttamente sul cervello, inibendo la sua capacità di interpretare i suoni, specialmente quelli a basse frequenze. Chi abusa di alcol con costanza, ha un rischio maggiore di danneggiare la corteccia uditiva che ha sede nel cranio, avendo dirette conseguenze negative sul nervo uditivo.

Non curare i denti

Spesso le infezioni alla bocca si trasferiscono anche all’apparato uditivo: sarà capitato a molti di avere mal di denti per qualche giorno e di sentirci di meno. Questo accade per la vicinanza della bocca alle orecchie: quando i batteri presenti in eccesso nella bocca proliferano, si trasferiscono nel flusso sanguigno e infiammano tutti i tessuti adiacenti, come arterie, parotide e orecchie.

Carenza di ferro

Da uno studio dell’università della Pennsylvania è emerso che l’Anemia Sideropenica ha una correlazione con la perdita dell’udito. Le persone con anemia hanno il 50% di probabilità di riscontrare perdita di udito rispetto alla media di quelle senza anemia. Come risaputo, l’anemia colpisce più frequentemente le donne, a causa del ciclo mestruale mensile e predisposizione genetica.

 

Parotite

La parotite (conosciuta anche come orecchioni) è una malattia comune nei bambini che causa gonfiore alla parotide e alle ghiandole salivari. Se non curata prontamente con antibiotici o se presa da adulti, può portare a infezioni più estese che coinvolgono le meningi e l’apparato uditivo. Chi soffre di parotite recidiva spesso nota un abbassamento dell’udito avanzando con l’età.

Apnee notturne

Potrà sembrare strano, ma le apnee notturne sono una delle cause della perdita di udito. Molti studi affermano che questo potrebbe essere causato dal fatto che l’apnea riduca l’apporto di ossigeno all’orecchio, con conseguente abbassamento dell’udito.

Stress

Che lo stress danneggi la salute dell’organismo in molti modi diversi è ormai comprovato da anni. Sebbene una piccola quantità di ansia può permetterci di affrontare con più energia gli eventi che coinvolgono la nostra vita, come un colloquio importante, un’esame o una gara, una quantità eccessiva di stress apporta soltanto danni. L’eccessiva produzione di adrenalina da parte del corpo, ha ripercussioni negative sul circolo sanguigno, strettamente legato con le funzioni uditive. Problemi al microcircolo possono causare danni all’udito, inoltre uno dei disturbi più comuni al giorno d’oggi, l’acufene (fastidiosi ronzii inesistenti, udibili solo da chi soffre della patologia), dovuto principalmente allo stress, è fonte di insonnia e altri fastidi con conseguente aumento di stress.
La perdita di udito, per esempio con l’avanzare dell’età, può causare altro stress e iniziare un circolo vizioso tutto a discapito dell’umore. Studi medici attrezzati al giorno d’oggi consentono l’installazione di apparecchi per l’udito, invisibili e poco costosi, che permettono una corretta trasmissione dei suoni e un benessere psicofisico generale.