Test dell’udito: a cosa serve?
Se si sospetta di avere una perdita dell’udito per esserne sicuri vale la pena sottoporsi ad un test specifico. Tale condizione può infatti colpire chiunque e spesso progredisce finché non si verificano dei seri sintomi. La perdita dell’udito tra l’altro ha effetti di vasta portata sulla salute, quindi fare il suddetto test di base e quelli annuali di follow-up può risultare determinante per prevenirla o curarla.
A cosa serve il test per l’udito?
Un test per l’udito è ideale in quanto serve non solo a determinare se è presente una perdita, ma anche accertarsi quanto sia lieve o grave. Un test dell’udito approfondito può tra l’altro definire il tipo di problema e rispondere poi meglio a cure mediche, apparecchi acustici, sistemi acustici ancorati all’osso o impianti cocleari. Esistono tuttavia molte altre potenziali cause di perdita dell’udito, quindi l’anamnesi aiuta il professionista incaricato a determinare se il problema è dovuto a qualcosa di ereditario o genetico. Anche condizioni mediche come allergie, raffreddore, infezioni dell’orecchio e persino cerume possono contribuire alla perdita dell’udito. Infine vale la pena aggiungere che un esperto audioprotesista potrebbe chiedere se in passato si sono subiti traumi alla testa o alle strutture dell’orecchio. Qualsiasi tipo di lesione all’area cranica può infatti causare danni temporanei oppure permanenti.
Perché fare un test dell’udito?
Indipendentemente dall’età o dal tipo di lavoro che si svolge, vale la pena considerare di sottoporsi a un test dell’udito. Le persone più a rischio infatti sono quelle di età superiore ai 60 anni e i lavoratori in occupazioni ad alto rumore come ad esempio l’edilizia. Se invece si è già avuta una conferma attraverso i test, è altresì importante parlarne con il suddetto professionista in modo che possa stilare un programma basato su rilievi audiometrici ed eventualmente consigliare l’uso di apparecchi acustici. Infine vale la pena precisare che i test dell’udito sono indolori e non invasivi, e la maggior parte si effettuano in una stanza insonorizzata (cabina) appositamente progettata per tenere fuori qualsiasi altro rumore che potrebbe influire sui punteggi dell’esame compreso quello generato da un impianto di riscaldamento, dal condizionatore d’aria o dall’ambiente dell’ufficio. Nello specifico verrà chiesto di indossare cuffie o tappi per le orecchie con fili collegati a uno strumento chiamato audiometro.
Che cos’è l’audiometria?
L’audiometria è parte integrante di un test dell’udito e di solito include l’ascolto di toni a diverse altezze e volumi. Inoltre al paziente viene chiesto di indossare delle cuffie attraverso le quali l’otorino fornirà istruzioni e trasmetterà suoni o anche parole brevi (audiometria vocale). Il soggetto interessato in questi frangenti deve essere ben concentrato e ascoltare con la massima attenzione, poiché deve rispondere anche se il tono suona molto debole e riesce a malapena a sentirlo. Il test misura infatti anche i suoni più deboli che si possono sentire a ciascuna frequenza testata. L’audiometria vocale è un altro componente della maggior parte dei test dell’udito e prevede l’uso di parole (dal vivo o registrate) che il paziente deve ripetere e soprattutto dire se le sente ad un buon livello sonoro oppure non riesce a decifrarle accuratamente. A margine va aggiunto che se necessario l’otorino oltre a questi test appena citati, può anche optare per una timpanometria ossia un esame basato sui riflessi acustici. Nello specifico posizionerà nell’orecchio un tappo morbido in modo da determinare quanto bene si muove il timpano, e nel contempo permetterà di misurare le risposte riflessive dei muscoli dell’orecchio medio.