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Apparecchi acustici in estate: come prendersene cura

Arriva l’estate e con essa le piacevoli giornate di sole, le vacanze al mare o in montagna. Ma se per molti questa stagione rappresenta un periodo di relax e divertimento, per chi utilizza apparecchi acustici può nascondere insidie non indifferenti che mettono a dura prova la durata e l’efficienza dei preziosissimi alleati uditivi. Il caldo torrido, l’elevato tasso di umidità, l’esposizione prolungata ai raggi solari ed anche i bagni rinfrescanti possono danneggiare gravemente i dispositivi acustici!

Precauzioni da adottare quando si indossano gli apparecchi acustici

Quando si indossano gli apparecchi acustici in spiaggia o in piscina, è importante adottare alcune precauzioni per evitarne il danneggiamento. In primo luogo, è fondamentale proteggere gli apparecchi dall’acqua e dalla sabbia utilizzando un apposito astuccio impermeabile. Inoltre, è consigliabile rimuovere gli apparecchi durante l’immersione in acqua e asciugare bene le orecchie prima di reinserirli. In caso di contatto con sabbia o polvere, è opportuno utilizzare un panno morbido per pulire delicatamente gli apparecchi. Infine, è consigliabile evitare di esporre gli apparecchi acustici a temperature troppo elevate o a luce diretta del sole per periodi prolungati, al fine di evitarne il surriscaldamento o la rottura dei componenti interni.

Protezione dall’umidità e sudore: consigli per mantenere asciutti gli apparecchi acustici

Durante l’estate, l’umidità e il sudore possono compromettere il corretto funzionamento degli apparecchi acustici. Per evitare i danni provocati dall’umidità, è possibile utilizzare delle bustine essiccanti all’interno del contenitore dove si conservano gli apparecchi. Inoltre, è importante mantenere gli apparecchi lontani dalla doccia o dalla piscina, evitando così che si bagnino accidentalmente. È inoltre consigliabile utilizzare dei cerotti impermeabili per proteggere gli apparecchi durante l’attività fisica. In caso di eventuali danni causati dall’acqua, è fondamentale contattare immediatamente il proprio audioprotesista per effettuare le necessarie riparazioni e assicurarsi che gli apparecchi funzionino correttamente.

Mantenimento della temperatura ottimale

Il mantenimento della temperatura ottimale degli apparecchi acustici è un aspetto fondamentale per preservarne la funzionalità e la durata. È quindi importante proteggere gli apparecchi acustici con custodie o coperture adeguate, soprattutto quando ci si espone al sole o si posizionano in luoghi caldi come l’auto o la spiaggia. In caso di necessità, è consigliabile rimuovere gli apparecchi acustici e lasciarli raffreddare all’ombra per qualche minuto prima di reinserirli. Con le dovute attenzioni, gli apparecchi acustici possono funzionare anche durante i periodi estivi.

Pulizia periodica degli apparecchi acustici durante l’estate

È essenziale pulire gli apparecchi acustici regolarmente per evitare il deterioramento dei componenti interni. Prima di pulirli, assicurarsi di spegnerli e rimuovere le batterie. Utilizzare un panno morbido e asciutto per rimuovere la polvere e la sporcizia visibile. Quindi utilizzare un bastoncino apposito inumidito con una soluzione detergente specifica per gli apparecchi acustici per pulire le parti esterne ed interne. Lasciare asciugare completamente i dispositivi prima di rimettere le batterie e riutilizzarli. Seguire queste semplici linee guida può contribuire a garantire che gli apparecchi acustici funzionino al meglio durante l’estate e oltre.

Come abituarsi all’uso di un apparecchio acustico

Abituarsi a un apparecchio acustico non è semplice, i primi tempi rappresentano una vera e propria sfida per chi deve conciliare questo dispositivo con le esigenze della vita quotidiana. Tuttavia, con qualche piccolo accorgimento, è possibile superare in fretta questa fase così delicata.

Inserire e rimuovere correttamente l’apparecchio acustico

Imparare a inserire e rimuovere correttamente l’apparecchio acustico è essenziale per garantire la massima efficacia e durata dell’aiuto uditivo.

La prima cosa da fare è pulire accuratamente le mani prima di maneggiare il dispositivo. Successivamente, è importante posizionarsi in un ambiente tranquillo e ben illuminato per evitare eventuali errori.

Dopo aver controllato l’inserimento corretto della batteria, si deve posizionare l’apparecchio acustico all’ingresso del condotto uditivo, spingendolo delicatamente finché non si avverte una sensazione di scatto. Verificate che l’apparecchio acustico sia perfettamente posizionato e che non vi siano fastidi o dolori all’orecchio o al condotto uditivo.

Per rimuoverlo, invece, occorre tirarlo delicatamente dal condotto uditivo. È importante evitare di forzare o tirare troppo forte per non danneggiare il dispositivo o arrecare fastidi all’orecchio.

In caso di difficoltà o dolori durante l’inserimento o la rimozione dell’apparecchio, è importante contattare immediatamente il proprio audioprotesista per ricevere assistenza e consigli.

Adattarsi ai nuovi suoni e al volume dell’apparecchio acustico

Adattarsi ai nuovi suoni e al volume dell’apparecchio acustico può richiedere un po’ di tempo e pazienza.

È importante ricordare che questo dispositivo è progettato per amplificare i suoni. All’inizio la percezione del suono può risultare diversa o leggermente distorta, soprattutto se si è sofferto di perdita dell’udito per un lungo periodo di tempo.

Per facilitare l’adattamento, è consigliabile iniziare ad utilizzare l’apparecchio acustico a casa, in un ambiente tranquillo, per passare poi a situazioni più rumorose man mano che ci si abitua ai suoni amplificati.

È importante comunicare con il proprio audiologo per ricevere assistenza nell’utilizzo e nella manutenzione dell’apparecchio acustico. L’audiologo può aiutare a regolare il volume dell’apparecchio acustico e offrire consigli sulla miglior gestione dei suoni amplificati.

Un altro consiglio utile è quello di partecipare a gruppi di supporto per le persone con problemi di udito. Questi gruppi possono aiutare a superare le difficoltà che si incontrano nell’adattamento ai nuovi suoni e offrire consigli validi consigli di natura pratica.

Come prendersi cura del proprio apparecchio acustico: manutenzione e pulizia

Prendersi cura degli apparecchi acustici è importante per evitare problemi che possono rendere ancora più difficile la fase dell’adattamento all’apparecchio acustico.

È fondamentale proteggere gli apparecchi acustici dai danni esterni. Evitate di lasciare gli apparecchi in luoghi umidi o caldi, come il bagno o la macchina, poiché l’umidità e il calore possono danneggiare i componenti interni.

Evitate di esporre gli apparecchi acustici a sostanze chimiche e solventi come profumi, lacche o detergenti che possono danneggiare i rivestimenti. Per quanto riguarda la pulizia, è importante rimuovere regolarmente il cerume dall’orecchio e dagli apparecchi acustici per evitare blocchi improvvisi. Utilizzate un tampone in microfibra o un panno morbido per pulire delicatamente la superficie del dispositivo.

 

Acufene da stress

Il mondo in cui viviamo mette sempre a più dura prova il nostro organismo, minando il nostro benessere psico-fisico in svariati modi. Ad oggi l’acufene da stress è aumentato rapidamente incrementando il livello di stress ed ansia e causando soprattutto disturbi all’apparato uditivo.

Inquinamento acustico e fattori di stress 

Non è esento da tutto questo anche il nostro sistema uditivo, il quale risente negativamente sia del sempre crescente inquinamento acustico sia dello stress in generale che può causare l’insorgere di molte patologie tra cui, appunto, l’acufene da stress.

Cos’è l’acufene 

Prima di scandagliare le cause che legano lo stress di tutti i giorni all’insorgere di questa patologia è bene chiarire cosa si intende con questo termine. Acufene è il termine medico e scientifico per indicare quella comune sensazione di un fischio nelle orecchie, quello che sentiamo per intenderci dopo essere stati ad un concerto particolarmente rumoroso. A chiunque infatti, almeno una volta nella vita sarà capitato di avvertire un fastidioso ronzio o sibilo all’orecchio senza che ci fosse alcunché a provocarlo.
L’enorme differenza tra questo avvenimento che può capitare a chiunque, per le più disparate ragioni, e la vera e propria patologia è che per chi soffre di acufene il fischio non è un qualcosa di occasionale ma è un compagno di vita costante che, come si può ben immaginare, provoca un fortissimo senso di disagio fisico, emotivo e psicologico.
La ricerca medica non ha ancora individuato in maniera chiara quali possano essere le cause per l’insorgere di questo particolare fenomeno che più che una malattia è da considerare il sintomo di una malattia. Su un punto però medici, scienziati ed esperti concordano: il legame tra l’acufene e lo stress è insindacabile. Vediamo insieme perché.

Gli effetti dello stress sul nostro organismo 

Il ritmo di vita frenetica, le pressioni sociali, lavorativi, scolastiche e relazioni della nostra società iper-capitalistica stanno portando sempre più persone a soffrire di sindromi da stress e stati d’ansia. Il numero di individui che infatti convive quotidianamente con questi fattori di disturbo emotivo è sempre più elevato e gli effetti negativi di questa condizione non si traducono solo a livello emotico, psicologico e relazionale ma anche, e forse soprattutto, fisico trasformandosi così in un vero e proprio malessere per tutto l’organismo.
E’ dimostrato infatti che il nostro organismo risponda ad alti livelli di stress aumentando la produzione di glutammato e di cosa si tratta? Il glutammato è un amminoacido che ha il compito essenziale di favorire la comunicazione tra le diverse cellule nervose ed è dunque importantissimo per tutto ciò che concerne gli stimoli sensoriali e i segnali di eccitazione. Tuttavia, un eccesso di glutammato porta anche ad un eccesso di questi stimoli sensoriali e questi segnali di eccitazione e allora cosa succede? Succede che il nostro cervello, come se fosse un computer con troppe tabs aperte, non riesce a processarli tutti e per questa ragione, alcune zone, fra cui proprio quella del nervo acustico possono subire danni non da poco.
Il “danneggiamento” ed il malfunzionamento del nervo acustico è proprio una delle principali problematiche collegate all’insorgere di acufeni da parte degli studiosi.

Come combattere l’acufene da stress 

Non c’è bisogno di un medico per capire che l’acufene possa rappresentare un elemento enormemente debilitante per chi ne soffre perché rende difficile comunicare, pensare, ragionare e ovviamente anche dormire. L’acufene è senza dubbio una fonte di stress immane per le persone che ne sono affette e questo, per una patologia che può insorgere proprio per lo stress, comporta un pericolosissimo circolo vizioso dal quale diventa molto difficile uscire. Fortunatamente esistono dei rimedi per questo fenomeno, i migliori alleati per combattere l’acufene sono due: il magnesio poiché esso è in grado di ridurre i livelli di glutammato nel vostro organismo e la TRT (Tinnitus Retraining Therapy), una terapia che si occupa di rieducare il cervello alla corretta percezione dei suoni e che si è dimostrata nel tempo il più valido rimedio per l’acufene da stress.

Apparecchi acustici e amplificatori acustici: che differenza c’è?

Sentire bene è fondamentale per il benessere psicofisico di una persona, una scarsa qualità del proprio apparato uditivo può infatti comportare problematiche sul lavoro, nello studio e ovviamente anche nei rapporti interpersonali di tutti i giorni.
Per questo, spesso, gli esperti consigliano l’utilizzo di apparecchi e/o amplificatori acustici per ovviare a problemi che possono essere legati a patologie o semplicemente all’avanzare dell’età.

Apparecchi acustici e amplificatori, perché non sono uguali

Spesso gli apparecchi e gli amplificatori acustici vengono considerati pressoché equivalenti ma è un errore; è come se si considerasse una scarpa da calcio uguale ad una scarpa col tacco a spillo semplicemente perché entrambe vengono indossate ai piedi. La differenza è nella forma, nella struttura, nell’utilizzo esattamente come amplificatori e apparecchi acustici che sono entrambi dispositivi concepiti per supportare l’apparato uditivo ma variano totalmente nel come e nel perché di questo supporto. Scopriamo insieme in che modo differiscono.

Le principali differenze tra amplificatori e protesi acustiche
APPROCCIO STANDARD – APPROCCIO AD PERSONAM

La principale differenza che divide un amplificatore da un apparecchio acustico è la differenza di approccio nel loro funzionamento. Spiegamoci meglio: un amplificatore acustico, come suggerisce anche il nome, si limita ad ampliare qualsiasi tipo di input sonoro, in sostanza, alza il rumore di ogni suono che arriva all’orecchio e questa operazione avviene in maniera totalmente indistinta. Per questa ragione, un amplificatore acustico non è una soluzione reale per una persona che ha specifici problemi di udito. Gli apparecchi acustici invece lo sono, perché sono invece calibrati su misura in base alle specifiche esigenze della persona. Un apparecchio acustico deve aderire perfettamente alla forma dell’orecchio di chi lo indossa poiché la forma della protesi viene modellata in base a quella che è l’impronta del condotto uditivo esterno dell’individuo.

Tecnologia basilare – tecnologia digitale

Un’altra grande differenza è data dalla tecnologia utilizzata dai due dispositivi. Gli amplificatori acustici dispongono di una tecnologia alquanto basilare: il suono viene catturato e amplificato. Diverso e più articolato è il discorso per gli apparecchi acustici che dispongono di una tecnologia digitale più raffinata. Questi dispositivi sono infatti in grado di catturare, elaborare ed amplificare il suono in base a quelle che sono le esigenze dell’utilizzatore. Inoltre, spesso dispongono anche di tecnologia wireless.

Acquisto libero – prescrizione medica

Dal momento che gli amplificatori acustici non necessitano di alcun tipo di iter di adattamento o di assistenza medica, possono essere acquistati ed utilizzati liberamente da chiunque. Gli apparecchi acustici, di contro, necessitano non solo di prescrizione medica ma anche di un controllo dell’udito e perfino di un iter applicativo di adattamento e di assistenza ad personam da parte di uno specialista del settore. Non potrebbe che essere così d’altra parte, vista la complessità tecnologica che soggiace questi dispositivi.

Limitazioni d’uso – massima compatibilità

Gli amplificatori acustici aumentano il volume di qualunque suono e questo comporta inevitabilmente uno stress decisamente elevato per tutto l’apparato uditivo, per questa ragione, dunque, non possono essere utilizzati per più di 60 minuti consecutivi. Gli apparecchi acustici invece, essendo calibrati per l’esigenze specifiche delle persona che li utilizza non hanno un limiti di tempo d’utilizzo e anzi, è consigliato, una volta emersa la necessità del loro impiego, di non rimuoverli mai o quasi.

Che cosa aspettarsi dal test dell’udito

Il test dell’udito è fondamentale perché valuta la sensibilità e la salute dell’orecchio.
In molti si domandano come possa funzionare un test dell’udito, che tipo di esami vanno effettuati dall’audioprotesista e, soprattutto, quanto possa costare e che valore abbia tale test. Scopriamolo insieme!

Il test dell’udito per intervenire sulla qualità delle proprie orecchie

Chi soffre di questo particolare problema, molto spesso è afflitto da innumerevoli dubbi che lo spingono a scoprire al più presto di cosa possa trattarsi, se si tratta di una questione grave o meno. Allora ecco spiegato a che cosa fa riferimento il test dell’udito, quanto costa, quanto tempo richiede, quali sono gli esami da eseguire, che valore abbia e, soprattutto, se è necessario l’acquisto di un apparecchio acustico.

Cos’è il test dell’udito?

Il test dell’udito viene raccomandato a tutte quelle persone che si trovano al di sopra dei 60 anni almeno una volta all’anno. Questo consiglio è essenziale affinché la cura dell’udito risulti essere più efficace per contrastare il problema dell’ascolto. Quando si fa riferimento al non sentire bene dalle proprie orecchie quasi lo si indica come se fosse un vero e proprio limite, ma lo diventa nel momento in cui si tende a sottovalutare il problema col passare del tempo. Ecco perché è fondamentale effettuare controlli periodici dell’udito. In parole povere, il test dell’udito dà informazioni utili per capire la sensibilità di una persona mediante l’intera gamma del parlato. Da qui viene emesso un suono più silenzioso che può essere percepito dall’orecchio del paziente in diversi punti di intervallo vocale (audiogramma).

Quanto costa un test per l’udito?

Nulla. Il test per l’udito è completamente gratuito se lo si effettua grazie al centro audioprotesico Sound – Soluzioni per l’udito. Infatti, una prenotazione sul sito di Sound permette al paziente di sottoporsi al test senza sborsare alcun euro. La prevenzione è importante per permettere alla persona di intervenire in tempo su eventuali cali di udito. Per poter prenotare una visita totalmente gratuita, basta andare nella sezione apposita del sito dove sono presenti i contatti necessari e poter compilare il form.

Quanto tempo necessita il test?

Il test ha tempistiche che vanno da 30 a 60 minuti. Effettivamente, potrebbe durare pochissimo tempo o impiegarci un po’ di più, in base alle specifiche esigenze del paziente sottoposto a controllo. Risulta cruciale il dialogo che viene intrapreso dal paziente con l’audioprotesista in modo tale da dare le giuste valutazioni sul caso. In questa fase del test vengono messe in evidenza reali complessità che il paziente possa presentare durante la propria quotidianità, probabili difficoltà riscontrate anche in passato (ambiente da lavoro rumoroso, hobby particolari e altro ancora) e, infine, lo stile di vita.

Quali esami si effettuano?

L’audioprotrsista di Soundudito si occuperà di monitorare la pervietà del condotto uditivo mediante otoscopia. Se la situazione dovesse dare esito idoneo a procedere, allora verrà eseguito l’esame audiometrico, processo in cui il paziente sarà sottoposto a suoni di diversa frequenza e intensità per riuscire a capire che risposta dia a questi stimoli. Già con questo esame si può comprendere lo stato di salute dell’udito del paziente, ma in altri casi sarà utile effettuare altri esami (esame vocale). Quando l’esame arriva al termine, lo stesso giorno il paziente potrà commentare assieme all’audioprotesista dei risultati derivanti dal test.

Il valore del test dell’udito

Non appena viene delineato il quadro audiologico, allora si potranno dare le prime indicazioni sui rimedi e sulle soluzioni da adottare al fine di recuperare quantomeno parte dell’udito perso. Il ruolo dell’audioterapista è quello di offrire soluzioni idonee in base a quanto è stato valutato dall’esito del test. Soundudito offre anche una prosa gratuita per usare apparecchi acustici in modo tale da permettere a chi soffre del calo d’udito di poter sperimentare questi dispositivi in modo da cercare di sentire nuovamente. La prova, come già anticipato, è totalmente gratuita.

Dopo la prova gratuita si può acquistare l’apparecchio acustico?

Sarà l’audioprotesista ad indicare al paziente che soffre di calo uditivo se ritiene opportuno acquistare definitivamente l’apparecchio acustico, sempre in base alla situazione del paziente stesso.

Perdita dell’udito e demenza senile: che legame c’è?

Perdita di udito e demenza senile, una associazione che non tutti fanno, una associazione che richiama timori e insicurezza, ma che ha una spiegazione precisa così come varie e diverse possibilità di intervento.

Partiamo da una domanda: distinguere i suoni, catalogarli, dargli un’attribuzione specifica, è un’azione dell’apparato uditivo o del cervello?

Lo stretto legame tra perdita di udito e demenza senile

Ebbene, se sentire da un punto di vista del volume, della voce, dello strumento, è un compito che il nostro organismo affida all’apparato uditivo, al contrario, le informazioni ricevute durante “l’ascolto” vengono esaminate dal nostro cervello, che le recepisce e in un certo senso le smista a seconda degli stimoli ricevuti.

Il cervello è deputato alla catalogazione delle sorgenti sonore, riconosce i suoni, “impartisce” compiti al corpo in base all’origine dei suoni e seleziona le attività derivanti dai suoni in base alle priorità. A questo punto, diviene evidente la correlazione tra sistema nervoso e udito e, per conseguenza, il rapporto tra perdita uditiva trascurata e rischio di demenza.

La demenza correlata alla perdita uditiva non è un destino

Abbiamo volutamente parlato di perdita uditiva “trascurata” perché esiste un’alta possibilità di recupero laddove si rilevi un intervento tempestivo. Le statistiche infatti dimostrano che più di un terzo dei casi di demenza può essere intercettato e prevenuto, ma non solo, può essere addirittura rallentato nel suo decorso.

Adottare uno stile di vita sano che comprenda esercizi quotidiani non solo per il corpo, ma anche per il nostro cervello, e intervenire tempestivamente sull’indebolimento uditivo, comporta l’acquisizione di un notevole vantaggio contro il progredire della demenza.

Perdita uditiva, un elevato fattore di rischio nella demenza

Tralasciare i primi segnali di una perdita uditiva lieve, pensare che si risolva da sola, o, ancor peggio, isolarsi ed estraniarsi, significa lasciare un ampio margine di sviluppo ai fattori di rischio che possono determinare l’insorgenza delle demenza.

Arrestare il processo degenerativo, o perlomeno rallentarlo, è fondamentale per evitare di fare i conti con situazioni e condizioni irreparabili. Il cervello deve essere stimolato quitidianamente per mantenersi attivo ed efficiente.

Se ancora non avete chiara la correlazione tra indebolimento uditivo e demenza, vi facciamo un piccolo esempio: una persona che non sente bene inizia a manifestare un disagio dapprima iniziale che, gradualmente, con il progredire del livello di perdita uditiva, si trasforma in difficoltà nello stare in relazione.

La persona si estranea, tende ad isolarsi, diminuendo il livello di stimoli a cui era in precedenza sottoposta fino a quel momento. Di pari passo, il declino cognitivo si nutre di questo rallentamento delle attività e inizia a progredire.

L’isolamento sociale è una delle principali alleate della demenza, poiché si vanno a ridurre drasticamente tutte quelle abitudini che mantenevano “in esercizio” il nostro cervello. Assenza di stimoli mentali, diminuzione dell’interazione con gli altri, sono il terreno fertile ideale per il proliferare di quegli elementi che alterano il processo cognitivo.

Ma come di comporta l’udito danneggiato per recuperare le informazioni che non giungono più in maniera immediata? E’ proprio in questa fase che, l’indebolimento uditivo chiede maggiore sforzo a tutte quelle risorse del corpo che caratterizzano la memoria e l’elaborazione del pensiero. Il cervello subisce una vera e propria modifica strutturale, tendendo a ridursi e ad evidenziare atrofia.

Apparecchi acustici, i migliori amici dell’udito e del cervello

Gli apparecchi acustici sono una soluzione che può dimostrarsi particolarmente efficace in questi casi, tanto da diventare mezzo di contrasto contro l’avanzare delle demenza.

Smettere di isolarsi, tornare a stare in società, vivere la vita recependo e ricevendo gli stimoli come prima della comparsa dei primi stimoli significa restituire il proprio ruolo ad ogni funzionalità, riportando un equilibrio che solleva il cervello dall’affaticamento a cui era stato sottoposto con l’indebolimento uditivo.

Dopo un consulto con il nostro personale qualificato, potrete accedere al test gratuito dell’udito per intervenire in maniera subitanea contro la perdita uditiva. Studieremo insieme la soluzione più adatta alle vostre esigenze e alle vostre necessità, fornendovi una continua assistenza e un adeguato supporto.

I gradi di una perdita uditiva: quando ricorrere all’apparecchio acustico?

La perdita dell’udito, in maniera graduale più o meno costante, è una condizione, prima ancora che una patologia, che causa instabilità e disorientamento nella persona in cui si verifica.

L’udito è un riferimento indispensabile, centrale per lo svolgimento delle attività quotidiane, che guida le nostre azioni al pari delle nostre percezioni. Ecco perché il suo indebolimento può essere così destabilizzante per chi deve affrontarlo e viverlo ogni giorno.

Cos’è la perdita uditiva

La perdita uditiva, anche nota come indebolimento dell’udito, è una patologia molto più diffusa di quanto si pensi: colpisce una persona su 5, tanto da essere classificata al terzo posto come patologia più diffusa nel nostro Paese.

Erroneamene o per credenza comune, si tende a pensare che le persone maggiormente colpite siano gli anziani: niente di più sbagliato. Negli ultimi anni, a causa di una serie di elementi (aumento dell’inquinamento acustico, stili di vita, etc…) l’età media delle persone colpite da perdita uditiva è sempre più bassa.

Giovani e meno giovani devono fare i conti, indifferentemente, con questa patologia, che varia da individuo a individuo. Ma come riuscire a capire di aver bisogno di un consulto?

Prestate attenzione al numero delle volte in cui chiedete alla persona con cui state parlando di ripetere le cose; al come sentite una qualunque voce dall’altra parte del telefono; all’impostazione del volume degli apparecchi elettronici (tv, radio, pc), facendo caso se tendete periodicamente ad aumentarlo.

Le condizioni che vi abbiamo elencato sono considerate i primi sintomi dell’ipoacusia, ossia della perdita uditiva appunto.

I gradi dell’indebolimento uditivo

L’ipoacusia è una patologia ben determinata da dei parametri di riferimento precisi e può considerarsi tale quando è superiore ai venti decibel (dB HL). Le fasi sono graduali e individuate in quattro manifestazioni, sempre ricadenti nell’orecchio migliore:

  • lieve, con indebolimento dell’udito tra 21-40 dB HL;
  • media, con indebolimento dell’udito tra 41-70 dB HL;
  • grave, con indebolimento dell’udito tra 71-90 dB HL;
  • profonda, con indebolimento dell’udito di almeno 91 dB HL.

Quando fare ricorso a un apparecchio acustico?

Negli anni, il livello di certificazione e di affidabilità degli apparecchi acustici ha raggiunto risultati elevatissimi, grazie ai quali è possibile tornare condurre la propria vita senza essere in qualche modo rallentati o ostacolati dalle conseguenze della perdita uditiva.

Ma come fare a sapere quando ricorrere all’utilizzo di un apparecchio acustico? Una volta stabilito il livello lieve, medio, grave o profondo di acusia, dovete tener presente che il parlato, la voce, mediamente è attorno ai 40 dB HL.

Andando a rivedere i dati di riferimento riportati sopra, vi accorgerete che stiamo parlando del livello di acusia medio, pertanto se avete difficoltà a seguire in discorso a causa delle mancata comprensione della voce del vostro interlocutore, potreste già avere necessità di ricorrere a un apparecchio acustico.

Naturalmente, parliamo di dati che possono essere elaborati e presi in considerazione solo dopo un esame dell’udito, durante il quale sarete assistiti dal nostro personale dedicato, altamente qualificato per rispondere ad ogni vostra domanda o necessità.

Scoprirete la discrezione dei nostri apparecchi acustici e le loro prestazioni. Potrete ritrovare un nuovo modo di stare in relazione, riprendendovi gli spazi e le esperienze a cui avete rinunciato per il disagio e la vergogna che accomuna chi affronta un problema di perdita uditiva.

Che si tratti di indebolimento dell’udito lieve, medio, grave o profondo, siamo a vostra disposizione per fornirvi le migliori soluzioni, sempre nel rispetto delle vostre esigenze e delle vostre necessità.

Amiamo fornire soluzioni che restituiscano ai nostri clienti la serenità di “tornare a sentire”, perché sentire bene significa riappropriarsi di quella sicurezza che era andata perduta. Con i nostri apparecchi acustici tornerete a vivere la libertà di momenti condivisi con le persone che amate, lontano da sguardi spazientiti e giudicanti.

Lavoriamo ogni giorno, con passione e dedizione, per regalarvi l’emozione di godervi una serata in compagnia o un momento speciale, senza la limitazione di non riuscire a sentire, senza l’assillo di chiedere la ripetizione del discorso. Al vostro fianco, sempre.

Apparecchi acustici e acqua: cosa fare se si bagnano?

Quando si acquistano degli apparecchi acustici nuovi è comune che possano bagnarsi per sbaglio e in modo del tutto accidentale. In molti casi l’apparecchio acustico diventa velocemente parte della persona; è dunque facile dimenticarsi di star indossando questi dispositivi e può facilmente succedere di farsi la doccia o un tuffo in mare con l’apparecchio acustico. Non c’è da preoccuparsi, perché gli apparecchi acustici sono resistenti all’acqua, sebbene non siano del tutto impermeabili.

Lo standard IP68 e gli apparecchi acustici

Tutti gli apparecchi acustici Oticon sono ideati e progettati per essere resistenti all’acqua, proprio come i moderni dispositivi elettronici (orologi digitali e smartphone soprattutto). Anche gli apparecchi acustici possono essere immersi in acqua per periodi brevi di tempo dal momento che vengono testati attraverso un’immersione di 30 minuti in 1,5 metri d’acqua. In questo modo anche l’apparecchio acustico riesce a soddisfare il famoso standard IP68, il quale indica la possibilità d’immersione dell’oggetto.

Grazie alla loro capacità di resistere a immersioni brevi e poco profonde, gli apparecchi acustici sono capaci di durare anche molto tempo senza riportare particolari danni. Possiamo dunque affermare che resistono ad immersioni accidentali, come un tuffo in piscina o una doccia. Infatti gli apparecchi acustici sono realizzati per resistere ad eventi e situazioni della vita di tutti i giorni. Per questo non c’è bisogno di preoccuparsi che la pioggia, il sudore o la polvere possano danneggiare il proprio apparecchio acustico.

Un’immersione prolungata, invece, danneggia gli apparecchi in maniera permanente perché questi ultimi non sono impermeabili. Se l’apparecchio acustico viene lavato in lavatrice sarà per sempre danneggiato perché la componente elettronica viene intaccata dall’acqua. Si consiglia sempre di rimuovere gli apparecchi acustici se si desidera fare una doccia o se si decide di andare a nuotare. Ma se queste due evenienze dovessero accadere non c’è bisogno di preoccuparsi: gli apparecchi riusciranno a non rovinarsi se l’immersione è durata poco tempo.

Cosa fare per asciugare gli apparecchi acustici

Una volta che gli apparecchi acustici entrano in contatto con l’acqua è possibile asciugarli in modo da evitare danni derivanti dal contatto con i liquidi. Prima di tutto è fondamentale rimuovere la batteria degli apparecchi acustici se questo è possibile. Nel caso in cui si possiedano degli apparecchi acustici ricaricabili è sufficiente spegnerli prima di procedere con l’asciugatura. È possibile asciugare gli apparecchi in due modi:

  • collocare gli apparecchi in un ambiente che sia caldo e ben ventilato, in modo da favorire l’asciugatura e renderla più rapida. Sarebbe preferibile far asciugare gli apparecchi acustici posizionandoli su di un panno morbido;
  • nel caso di apparecchi acustici ricaricabili è possibile asciugarli più velocemente mettendoli sotto carica. In questo modo la temperatura elevata dovuta al caricamento dovrebbe velocizzare l’asciugatura.

È consigliabile non utilizzare phon per asciugare gli apparecchi acustici perché si rischia di danneggiarli. Il calore, infatti, è eccessivo. Allo stesso modo è assolutamente sconsigliato asciugare gli apparecchi utilizzando forni o microonde.

Gli asciugatori per apparecchi acustici

Se si desidera asciugare gli apparecchi acustici in modo veloce, efficace e sicuro è anche possibile ricorrere all’utilizzo di un asciugatore per apparecchi acustici. Questi asciugatori possono essere:

  • elettrici: si tratta di dispositivi in plastica all’interno dei quali vanno inseriti gli apparecchi acustici in modo da asciugarli con tecnologie differenti, come gli agenti essiccanti, la luce UV o l’aria calda. Gli asciugatori elettrici sono ricaricabili attraverso un semplice e comune cavo USB;
  • non elettrici: questi dispositivi sono molto semplici da utilizzare e anche molto più economici rispetto a quelli elettrici. Gli asciugatori non elettrici funzionano grazie ad agenti essiccanti che sono capaci di rimuovere l’umidità presente all’interno degli apparecchi acustici.